La Critica Politica - anno IV - n. 2 - 25 febbraio 1924

SITUAZIONI POLITICHE La nuova lotta e il P. P. I. Non è mai sufficientemente messo nel debito rilievo nè apprezzato a m.odo il fatto che in Italia le forze cattoliche si cementarono, nel 1919, anzichè in un blocco retrogrado clericale, in un partito di sinistra a fondo conservatore, inserendosi d'acchito nella tradizione di liberalismo cavourriana. Come se ciò non bastasse, oggi il p. p. i. conserva malgrado ogni Iavorìo di disintegrazione, la sua fisionomia im1nutata; vale a dire, per la prima volta nella storia dei partiti medi in Italia, strati più o meno larghi di plebi rurali, di artigiani e di ceti medi, pur in mezzo a sì pietoso sfacelo di quasi ogni concezione liberale, resistendo agli allettamenti e rinunciando alle necessità del dominio, affermano una decisa volontà antigovernativa ed antitrasformistica, la volontà cioè di accettare solo una pratica di governo che non contrasti ai bisogni della Nazione. Ciò che deve renderci pensosi, ben più che non mostri la stessa stampa di opposizione al fascismo, della funzione duratura che esso partito è chiamato a compiere in avvenire. Le frazioni cattoliche orientate verso il fascismo, meglio, verso ogni governo, seguiranno le sorti di quello, dovranno cioè rapidamente spostarsi insieme con esso, com'è nella natura amorfa di esso. E quali si siano le sorti elettorali del momento (tutto il paese, partecipando così scarsamente alle lotte amministrative, tanto più astenendosi dalla presente campagna elettorale, vi mostra un assai mediocre interesse) il p. p. ne uscirà forse più compatto e, una volta libero dall'intrusione clericoconservatrice-nazionalista, più cosciente della sua immutabile missione liberale .. Or, se la sua forza presente è nella sua catteristica democratica, è chiaro che nessuno svuotamento vi potrà operare il fascismo, per quante concessioni esso faccia al cattolicismo. Il problema, a me pare, è appunto questo, solo questo, di vedere cioè quale serietà di affidamenti liberali esso p. p. può dare per l'avvenire. Ora, dinanzi all' inge- · ·nuità con cui il fascismo, non per errore, ma di proposito ha sacrificato gli interessi dei ceti medi e delle plebi, nel ·cui nome è sorto, l'opinione pubblica si è già avviata. Non trova ancora la strada per cui far valanga, ma si muove. Sente, se pur non vede chiaro, che il passato fu di pratica, utile pratica, di liberalismo democratico giolittiano, ma di ritornare a questo passato che ha, se non altro, la responsabilità di essersi lasciato battere, rilevando così tutta la sua fragilità costruttiva, di tornarvi < sic et simpliciter >, no, non c'è nessuno, di nessun partito, che voglia sentirne iblioteca Gino . .anca , I ...

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