LA RIFORMADELLE CONGREGAZIONIDI CARITÀ 5 un rimedio agli errori altrui : essa vede il bruscolo negli occhi altrui, e si affanna a promulgare decreti per eliminare danni e inconvenienti, senza accorgersi che ne provoca dei nuovi. Vuol semplificare, e complica : vuol rendere più snello l'organismo amministrativo e Io appesantisce :· vuole la perfezione formale e cerca di raggiungerla attraverso formule e precetti, ed uccide tutto col suo spirito livellatore. Nel campo della pubblica beneficenza indubbiamente vi è molto da correggere e da sfrondAre; ma il problema non si risolve c_on le leggi emanate dalle çapitali, si risolve preponendo alle Opere pie uomini capaci ed affezionati ad esse. La ricerca di una formula magica che migliori le Opere pie o le Scuole o qualsiasi altro Istituto è fatica sprecata : le formule magiche non esistono, nonostante tutte le illusioni riformistiche : ci vogliono uomini intelligenti e capaci, che sappiano stare al loro posto e abbiano libertà di azione. Le aziende private prosperano quando trovano l' uomo : le azi_endepubbliche prospereranno se riusciranno a trovar l' uomo. I bene architettati disegn~ di legge lasciano il mondo -com'era e com'è : e questo vale contro ogni riformismo. Il < riformismo > è il nemico ; esso risponde a una mentalità urbana e autoritaria, e agli interessi dei ceti parassitarii ; contro le sue insidie e le sue illusioni bisogna armarsi di tutte le diffidenze possibili. F. ARIELI CAMBIO, DEBITO PUBBLICO E POLITICA FASCISTA L'altra.... Critica fa una tirata contro di noi. Adopera argomenti molto solidi come può subito vedersi dal seguente saggio: "antifascis,no senza pace "' "gente allegra "' "gracidare dei demagoghi"" Ciò co1ne risposta ad una nostra nota sulla politica di Tesoro del fascismo. Avremmo preferito, 1rancamente, che il.... finanziere della Critica fascista ci avesse offerto egli quei " dati di fatto,, dei quali ci rilnprovera di non aver tenuto alcun conto. Se questi ci smentiscono, non v'è nessuna ragione di tacerli; era, anzi, proprio il capo di servirsene. Poche cifre· - tolte ntagari dai " documenti" pubblicati dall'on. De Stefani, se è vero che a tale scopo possono essere utilme.nte adoperati - bastavano a stabilire che nel cambio si ebbero, nel corso di un anno, miglioramenti progressivi e molto sensibili, e che il debito pubblico è diminuito. E il finanziere fascista avrebbe ottenuto due risultati: distrutto, sulla base incontrovertibile delle cifre, le nostre affermazioni e sacrificato per noi meno spazio della sua rivista. Del resto se le nostre osservazioni sulla politica economica e finanziaria del Governofascista valgono così poco da non meritare nessuna considerazione (ma le ha lette tutte il nostro contradditore 1 anche quelle che portano la fir- . ma di A. Cabiati e di G. Luzzatto f) perchè dunque occuparsene con tanto dispetto? Biblioteca Gino Bianco I ,
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