NOTE E COMMENTI 47 La nostra libertà e la nostra dignità \ non hanno bisogno di essere difese e affermate col sacrificio della libertà e della dignità altrui. La nostra fortuna non s'identifica colla rovina . dei nostri vicini. Il patto che deve legarci alla gente slava non deve essere basato tanto sui protocolli della diplomazia quanto sull'amicizia, sulla intimità dei rapporti, sulla comunità degli interessi. E l'amicizia richiede ·reciprocità, rispetto per le minoranze allogene, per noi come per i nostri vicini. La strada è aperta : bisogna percorrerla senza titubanze, senza pentimenti e senza ritorni. Il fatto che ci ha recato tanta soddisfazione nulla varrebbe se dovesse rimanere il dissidio, e se l'Italia non sapesse farsi centro in Europa delle minori nazioni per una politica di pacificazione e di ricostruzione. La realtà delle cose ha dato ragione a quel programma di politica internazionale per il quale (noi che scriviamo almeno, e tanti altri con noi che poi se ne dimenticarono) sostenemmo le ragioni dell'intervento ·italiano nella guerra europea a fianco delle Nazioni dell'Intesa e contro gli Imperi centrali. Si ripete - come osservava rerum scriptor in un articolo ·del Lavorò - < una caratteristica della politica italiana del Risorgimento, in cui molte volte accadde che le idee e le direttive della corrente democratica vennero applicate e tradotte in realtà, se anche a volte tardi, dalla corrente moderata, pur cos} larga di accuse e di calunnie contro la demagogia rivoluzionaria >. Oggi come allora. Pazienza, se; quelle idee, ciononostante, camminano e l'Italia cammina con esse verso l'avvenire ! NOI Bibl"o_tecaGi .o Bia,nco RECENSIONI S. SPAVENTA: Dal 1848 al 1861. (lettere, scritti, documenti pubblicati da B. Croce). Bari, G. Laterza e F. - L. 16,50. Benedetto Croce ha raccolto in questo volume, le lettere che Silvio Spaventa si scambiò col fratello Bertrando durante gli anni della sua lunga prigionla e, successivamente, tra le vicende del 1859-60. Vi ha unito alcuni scritti editi e inediti e altri documenti. La figura e l'opera di Silvio Spaventa esce cosl assai. bene illustrata da questa raccolta. Quanti s' accingeranno a dettare la storia critica del Risorgimento nell' Italia meridionale, non potranno fare a meno dei documenti ivi contenuti. È questa la seconda edizione, riveduta, corretta e accresciuta del volume. La prima edizione fu stampata nel 1897. CESARE MORI: Tra le zàgare, oltre la foschìa. Firenze, Carpigiani e Zipoli, Editori. - L. 6,50. Il titolo sembrerebbe annunciare un'opera puramente letteraria: romanzo o poesia. Annuncia invece uno studio serio, coscienzioso e molto interessante sul problema del bassofondo siciliano. L'A. è un ex direttore di P. S. che ha vissuto a lungo in Sicilia e che vi ha assolto il proprio compito con passione, coll'attenzione e la diligenza dell'uomo che vuol rendersi conto di ciò che fa e dell'ambiente nel quale opera, del medico cioè che non si accontenta di curare il male, ma vuole anche saperne le cause. Il fenomeno della vita siciliana sul quale in special modo il funzionario di P. S. ha formato la sua attenzione è la Ma/la, fenomeno degenerativo certamente: ma di una salda organatura costituzionale. La AfaJia è nata dall'omertà, ma l'omertà è nata in Sicilia da un nobile senso di ribellione ad un regime d'ingiustizia sociale, di rapacità, di prepotenza; è figlia cioè del malgoverno borbonico e dell'obllo italiano. Il fondo del popolo siciliano è sano, la moralità alta. Ridare aria, credito e fede alla Sicilia andandogli incontro e non dando la parvenza di ·andarle contro - sapendo comprendere e sapendo distinguere : ecco Ìl metodo più sicuro per vederla rifiorire. La Mafia< cadrà, fino all'esemplare sporadico, fin alle degenerazioni inferiori della bassa malvivenza, per auto espulsione ambientale, da immancabile reazione di tutte le energie sane, pure, forti, onde la Sicilia è particolarmente ricca >. Occorre aver fede nella Sicilia perchè i siciliani sappiano e possano fare quel che gli f
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