La Critica Politica - anno IV - n. 1 - 25 gennaio 1924

• LA BUROCRAZIA E IL FASCISMO 41 volontà capricciosa e variabile, ma come l'organo supremo regolatore, nel1' interesse della collettività nazionale, dei diritti e dei doveri forniti, colla maggiore stabilità e uniformità_, da poche e buone leggi >. . La mentalità che presiede al nuovo regime e ne ispira le mosse non è mutata, è sempre quella di un tempo. E L~lini ne fa colpa al passato 1 Ma intanto è il Fascismo che opera e che < si illude ancora di riorganizzare t' Amministrazione pubblica italiana a colpi di Decreti-legge, fabbricati a vapore, senza riflettere che la maggior parte delle disposizioni emanate nei Decreti-legge trovano il loro bianco sepolcro nelle colonne della Gazzetta Ufficiale, quando le leggi sono troppo numerose, inorganiche e contrastanti te une colle altre e sopratutto quando in esse non alita uno spirito di profondo e sostanziale rinnovamento giuridico ed amministrativo, ma in ess~ esiste solo la fredda lettera di ordini superiori, accettati con timorosa deferenza ed eseguiti con la vecchia mentalità burocratica, che nei particolari tecnici della legge (solo intelligibili da un tecnico provetto) si viene ad annullare il principio centrale e fondamentale della legge stessa >. Le riforme del Governo fascista corrono cosl < il grave pericolo di costituire soltanto un rinnovamento formalistico, esteriore se lo spirito di rinnovamento fascista non riesce a conquistare e penetrare negli organismi dirigenti della nostra burocrazia>. La parte centrale della riforma della Pubblica Amministrazione, ossia la riforma degli ordinamenti organici del personale approvata dal Consiglio dei Ministri < è stata completamente predisposta ed elaborata dalla vecchia burocrazia al di fuori di ogni partecipazione del gruppo di competenza e consiglio tecnico delle pubbliche Amministrazioni, nominato (a che scopo allora? n. d. r.) dal P. N. F.>. < Il mancato rinnovamento, in un anno di pieni poteri, dello spirito e dei metodi della vecchia burocrazia dirigente del passato regime, ingenuamente mantenuta e rafforzata nei suoi poteri quasi assoluti dal Governo Fascista, ed alla quale si è attribuito il compito di rifare quello che essa aveva pensato ed attuato in occasione delle numerose precedenti riforme amministrative, attendendo cosl da essa il prodigio attribuito dalla mitologia a Saturno, di divorare cioè le creature da lui stesso messe al mondo, sconfortano i funzionari fascisti che appartengono alle pubbliche Amministrazioni, al cui effettivo rinnovamento si erano proposti di collaborare con tutta la fede e con tutta la loro lunga esperienza tecnica, mentre assistono preoccupati all'esodo dei migliori funzionari ancora giovani (tra i quali non pochi fascisti o simpatizzanti per il fascismo) sfiduciati della possibilità di un effettivo rinnovamento dei nostri ordinamenti burocratici >. Esposto in tal modo anche il suo caso personale, Lolini conclude avvertendo che un grave pericolo minaccia la Rivoluzione fascista < per effetto di quei pieni poteri, che di fatto sono esercitati da una ristrettà oligarchia di alti funzionari del vecchio regime >. Evitia1no - esclama - chè alla I Rivoluzione fascista accada quello che accadde alle Rivoluzione Francese < la (quale yide lentamente e silenziosameate soffocare ogni sostanziale rinnovamento amministrativo > ad opera della burocrazia < la quale riuscl a conservare intatta la sostanza degli ordinamenti amministrativi dell'ancien régim_e ed a tramandare fino a noi, attraverso l'Impero Napoleonico, quasi invariata la vecchia, pesante e costosa macchina burocratica >. Lolini ha Biblioteca Gino Bianco

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