POSSIBILITÀ DEL REGIONALISMO 27 battere e a .morire per lui non ne trovò ! Quel che non era possibile allora, è assurdo pensare sia possibile adessd, dopo oltre sessant'anni. E non solo perchè delle antiche dinastie di vivo negli italiani non resta nemmeno il ricordo, mà anche e sopratutto perchè la realtà, tutta la realtà europea è oggi diversa ; perchè in Italia e fuori d' Italia, ovunque, si sente il bisogno di superare i particolarismi e gli egoismi nazionali, < sacri·> e non sacri, per un respiro più largo, stabilendo un vincolo di solidarietà e di •Cooperazione tra i popoli ancora divisi ed ostili. Se il pericolo che prevalgano particolarismi ristretti ed egoistici, in contrasto con le esigenze moderne della civiltà, esiste per i popoli, tale pericolo è rappresentato appunto dai vart nazionalismi basati sul principio della < sovranità una e indivisibile>. In Europa e nel mondo la sola vera. idea unitaria è, oggi, idea federale. Il regionalismo vuole realizzare il principio della cooperazione nello Stato tJ tra gli Stati: non si propone di separare dal corpo le membra ; vuole invece dar loro sufficiente scioltezza perchè non restino tronconi inoperosi e per ciò inutili. Si è. parlato e si parla tanto di specializzazione. La capacità, la competenza sono le qualità che tutti riconoscono difettare nella amministrazione dei pubblici affari e giudicano indispensabile ottenere. E a tale scopo si ventilano, si studiano e si propongono progetti di riforma costituzionale. Orbene il regionalismo realizza in modo , razionale e semplice nel tempo stesso il governo delle capacità e delle competenze, e cioè nel solo modo possibile, assegnando agli interessati stessi il governo dei loro interessi, la sistemazione delle loro faccende collettive. Quali siano il modo e gl' istituti nei quali lo si vorrà realizzare, al < governo dei capaci e dei competenti > non si arriverà che attraverso forme di organizzazione e di rappresentanza locali e regionali. Perchè gl' interessi riescano a governare sè stessi e la competenza e la capacità siano reali ed operanti, è necessario che la loro espressione sia diretta e la sfera di azione sia contenuta in quei limiti· - necessariamente ristretti - oltre i quali la competenza diventa incompetenza e la capacità diventa incapacità. ~i tratta, pure qui, di una forma di sovranità, anzi di raggiung~re la vera sovranità che non può altrimenti consistere che nella sovranità degli interessi espressi dagli individui che compongono la nazione. Ora la sovranità, comunque pretendano gli assertori della < sovranità unica e indivisibile >, per esprimersi ed esercitarsi, deve essere frazionata. Il frazionamento è, insomma, una esigenza, e non già un annullamento, della sovranità. Il regionalismo - nota il nostro collaboratore - trova un ostacolo ne]Ja esistenza dei partiti. È verissimo. E lo trova per le ragioni stesse per cui trova contro di sè lo Stato, con tutte le sue esigenze pratiche e giustificazioni teoriche. Le n~cessittà dei partiti sono, infatti, determin.ate dallo Stato quale è. È sullo Stato che l'organizzazione politica deve modellarsi. Nello Stato accentrato i parti ti debbono essere pur essi Biblioteca Gino Bianco I \
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