, POSSIBILITÀ DEL REGIONALISMO 25 dirle di camminare; volontà di porsi dinanzi agli altri fratelli d'Italia in posizione di parità di diritti, di doveri, di meriti : questo è stato ed ha voluto essere il movimento autonomista o regionalista comunque e dovunque affermatosi nel Mezzogiorno e nelle isole, sia che esso sia rimasto contenuto nelle affermazioni dei vari partiti, sia che abbia dato vita, come in Sardegna, ad una organizzazione politica propria. E la soluzione, da nessuno, di nessun luogo, fu ·vista nella creazione di ogni regione in < un picco1ò Stato~ in una _entità egoistica che trovi la sua completezza nella sua unità territoriale, in perfetto disinteresse di ogni altra entità >. Una simile affermazione può trovarsi solo negli scritti degli avversari del regionalismo. E si spiega poi come costoro, abbiano potuto denunciare pericoli che non esistevano e non esistono e presentare le tendenze regionaliste e autono1niste còme una minaccia di disgregamento della unità nazionale. La furberia è andata anche oltre. Si cominciò col denunciare un pericolo assolutam·ente immaginario - e fu malafede o ignoranza, secondo i casi - per finire a confondere e a scambiare la questione della unità territoriale e politica della Nazione, che non correva nessun pericolo vicino o lontano, con quella dell' < unità e indivisibilità della sovranità dello Stato >. Esattamente come nei giuochi di bussolotti. Il nostro collaboratore s'è lasciato prendere pur esso nel g!uoco I E invece le due questioni sono del tutto distinte, diverse. Esiste, infatti, una assoluta inconciliabilità tra il decentramento e il principio della unità e indivisibilità della sovranità, al quale si fa tanto volontieri appello. Ma decentramento non vuole dire .per lo Stato disgregazione. Vuol dire libertà la quale è sì - come osservava Cattaneo - < pluralità e cioè federazione >, ma federazione (adoperiamo pure la parola che dispiace a molti) non è dissociazione, separazione, è unità. Foedus - cioè patto, unione, legame reciproco. Unità non imposta sui cittadini come cappa di piombo, ma accettata liberamente da tutti per solidarietà di sentimenti, di fini, di opere. Unità vera dunque, come la storia può servire a dimostrare. Le grandi unità potentemente accentrate, costruite sul ·principio della < unità e indivisibilità .della sovranità>, sono quelle che hanno resistito di meno, dissolvendosi al primo urto serio quando sembravano ancora nel pieno della loro grandezza e della lo~o forza. Le unità federate hanno, in ogni tempo, addimostrato una ben maggiore forza di resistenza ed una capacità quasi inesauribile di sviluppo. Hanno persino saputo realizzare il miracolo - esempio sempre presente in Europa, la Svizzera - di fondere e di tenere indissolubilmente congiunte popolazioni diverse persino di lingua, di religione, di razza. E senza violenze di capi ereditari, di prefetti e di eserciti permanenti I È stato un vincolo federale che ha creato la potenza Germanica ed è il vincolo federale che li unisce che ha consentito e çonsente ai popoli tedeschi di resistere alle dure prove della disfatta e che sarà l'arma del loro fatale risorgere nella vita euroBiblioteca Gin,o Bianco
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