La Critica Politica - anno IV - n. 1 - 25 gennaio 1924

• 24 LA CRITICA POLITICA -In nessuna epoca furono come in questo instabili i Governi, vivi i particolarismi, e le divisioni tra popolo e popqlo, tra ceto e ceto, tanto nette e profonde. Attraverso i tentativi di salvare e di rafforzare lo Stato, estendendone e concentrandone maggiormente i poteri, s'avverte un fenomeno di disgregazione che abbraccia tutti gli Stati europei. Nessuna conclusione è, per ciò, possibile su quella che potrà essere l'Europa di domani e su le forme di ordinamento che i suoi popoli si daranno. Una trasformazione avverrà, deve avvenire. Quale? Si possono fare delle ipotesi. Esclusioni non se ne possono fare ; meno ancora si può dalla fra- , gile e mutevole realtà del presente trarre gli elementi per prevedere il futuro. Tutte le tesi hanno i loro forti punti di appoggio. Nulla autorizza dunque a considerare come rimandato sine die il problema delle regioni. Non v'è problema dell'ordinamento politico _e ~mministrativo dello Stato che possa dirsi superato. E quello delle regioni - essendo anche problema di autonomia e di libertà - ~ appunto uno di quelli sulla soluzione dei quali è possibile oggi sperare. Il regionalismo incontra ed incontrerà degli ostacoli. Certamenté. Opposizioni teoriche e resistenze pratiche aumenteranno anzi man mano che il regionalismo si affermerà come necessità di autonomia, di libertà, di sovranità nello Stato (non dello Stato). E il fatto che le une e le altre siano presentemente molto visibili e sensibili dovrebbe lasciar supporre che il Regionalismo abbia raggiunto progressi sensibili. Importa vedere piuttosto se esse siano tali da costituire un ostacolo formidabile se non insormontabile. Qui cade il nostro dissenso coll'autore dell'articolo che abbiamo più sop~a pubblicato. Egli accoglie le tesi del regionalismo, ne apprezza il valore e ne sente la forza,. poi alle prime obbiezioni teoriche esita, ai · primi ostacoli si ferma e rinuncia. Perchè ? Qual' è il valore delle une e quale la forza delle altre? L'argo1nento ha qualche interesse e noi ringraziamo anche per ciò il nostro collaboratore che ci dà l'occasione di fermarvi sopra la nostra attenzione utilmente, se pure dovremo ritornare su cose già dette. Repetita juvant I Incominciamo, intanto, collo sfatare una leggenda: che esistano in Italia, vivi ed attivi, < fermenti separatisti >. Chi l'ha creata volle foggiarsi un'arma polemica per combattere un movimento contro il quale, sul terreno dei fatti, non gli sarebbe stato possibile portare argome~ti · sufficientemente probativi. La verità è invece che il sentimento regionalista ha avuto manifestazioni visibili nel dopo guerra, come espressione di una più viva coscienza nazionale, di una volontà di rinascita. Volontà nei cittadini, in una parte dei cittadini, di risolvere per proprio conto, con i propri mezzi e colle proprie forze, i propri problemi; volontà di spogliarsi della veste di eterni postulanti verso Io Stato, antipatica ed umiliante ; volontà di distruggere l' opinione diffusa che il Mezzogiorno e le isole siano come una palla di piombo ai piedi d' Italia per impe- ~ Biblioteca Gino Bianco ..

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