I 22 LA CRITICA POLITI CA sentante cotesto elemento superiore. Ma ora si vede che la monarchia. potrebbe sussistere bene al di fuori e al di sopra d'ogpi autonomia: le varie sovranità non le rifiuterebbero un margine di sovranità, • volontieri le delegherebbero una funzione di rappresentanza, di sintesi decorativa, di esteriore continuità storica. La monarchia, dunque, non basta piìt a scongiurare il pericolo del regionalismo. Verso il 1919, epoca in cui vari focolai autonomisti meridionali impensierirono i governanti, tale verità apparve manifesta. Si va, dunque, verso il regionalismo ? * * * Il sorgere e l'affennarsi delle grandi correnti nazionali costituite dai partiti politici autorizza a rispondere negativamente. È evidente la natura e la funzione dei partiti politici. Grandi associazio_ni di uomini si sono formate, in un impegno mutuo di difesa e affermazione economica che tanto è piìt gagliarda quanto piìt interessati raccoglie e vincola, quanto più scaglionati sono i suoi centri. Attratte sotto i partiti dalla necessità di affiatamento imposta dalla identità di interessi, le masse si sono oggi divise non piìt per territori, ma per t_essere. Ora, i partiti, fasci univoci d'attività e di idee, hanno bisogno del1' unità nazionale: nell'unità è la loro forza, nel frazionamento regionalistico la loro dispersione e liquidazione. Gli interessi capitalisti e quelli proletari hanno bisogno, per prevalere sul serio e ispirare la politica nazionale, di scavalcare le barriere regionali, di cercarsi di fondersi di intensificarsi col mezzo piìt diretto che è quello offerto dalla coesione, dall'unità nazionale; hanno bisogno di essere delle grandi correnti, per imporsi, ma grandi correnti potranno essere solo a patto di non immiserirsi, di non languire condizionate a questa o quella modesta entità territoriale. Il partito socialista sa che col regionalismo perderebbe il meridione. Il regionalismo sarebbe la morte dei partiti, e forse ad esso dovrà ·ricorrersi ove mai si tratterà di liquidarli. Oggi il sindacalismo in Italia, ha aderito ai partiti, dando ad essi forma e sostanza di grandi categorie nazionali che s'inseriscono nella vita unitaria dello Stato; nè mostrano, i sindacati, di avere, palesi o celate, tendenze decentratrici, vocazioni regionalistiche. Illusione è, pertanto, credere che dal programma di qualsiasi partito possa attendersi una effettiva realizzazione di regionalismo in senso pieno, cioè di regionalismo spirituale, economico e politico. È stato detto che oggi la sovranità è passata di fatto a queste nuove formazioni storiche che stanno tra r· individuo e lo Stato : ai partiti : ora questa sovranità non è possibile pensare che i partiti siano disposti a cederealle regioni. Hanno troppo faticato ad accaparrarsela, perchè possano rinunziarvi tanto presto. I partiti hanno finora lavorato e tuttora lavorano ad evitare scissioni interne, come a evitare la morte, ma a Biblioteca Gino Bianco
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