La Critica Politica - anno IV - n. 1 - 25 gennaio 1924

SUCCESSIONE FASCISTA 19 fondo dell'attività della nuova democrazia quanto, e anche più che non sia alla base degli stessi obiettivi del fascismo. Questo in conclusione declina perchè non ha saputo o potuto trasferire sul terreno della reazione i problemi messi in essere dalla democrazia; e la democrazia, se non vuole, a scadenza ancora più breve, veder aperta la propria· s.uccessione, deve essa dimostrare; che tanto l'idea di ordine, come quella di nazione e come qu·ella di ricostruzione non sono incompatibili con l'idea democratica; e che ricevono, anzi, da questa, la interpre- ., tazione più profonda ~ la più solida applicazione. N. MASSIMO FOVEL Il nostro collaboratore ama, qualche volta, immaginarsi una realtà molto ipotetica. La nuova democrazia? Dove? Quale? Francamente: non la vediamo. E basti ciò a stabilire fin d'ora il nostro dissenso con lui. BANCHE CHE FALLISCONO , Dopo il crollo della Banca Italiana di Sconto e dopo il faticoso salvataggio . del Banco di Roma operato coi denari dello Stato, un'altra Banca di proporzioni relativamente modeste è caduta e ha ottenuto che si iniziasse il provvedimento del concordato offrendo ai creditori il quarantacinque per cento. Della Banca in parola e della sua attività poco sappiamo, e poco ci preme di sapere. Vogliamo solo rilevare che essa, sorta recentemente dal connubio di varie banche locali, accomunatesi forse perchè già tarate e bisognose quindi di reciproco appoggio, aveva cercato di darsi un' impronta nazionale con le sue sedi sparse nell'Italia settentrionale, centrale e meridionale, e si era imposta un carico enorme di spese generali, non proporzionato certo al suo movimento di affari. Questo carico ha influito nel dissesto sia per le spese in se, sia per la spinta data a investimenti aleatorii con la speranza di realizzare lucri cospicui. L'alea non è stata favorevole; si è puntato sul rosso, è uscito il nero e ne è venuto il dissesto irreparabile di cui il pubblico dei fiduciosi sopporta l'onere. Queste lezioni devono insegnare al pubblico a diffidare delle grandi banche, che sorgono senza capitali adeguati e che vanno incontro a delusioni tremende : la fiducia del pubblico dei risparmiatori minuti - nerbo della ricchezza nazionale - deve svolgersi agli istituti locali, anzichè a questi organismi di vaste dimensioni e di fondamenti superficiali. L' istituto locale affidato a persone probe, dalla mentalità ristretta ma prudente è sempre preferibile alla grande Banca, diretta da persone dalle idee grandiose: gli istituti locali ammin}strati con criteri di diffidente prudenza sono i soli che convengano per il piccolo risparmiatore. Chi spende molto in sedi lussuose, in pubblicità, in automobili, in ispettori e direttori centrali difficilmente è in grado di rendere al modesto risparmiatore le sue lire sudate. Bi lioteca ino Bi·anco ' . . • I • I

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