18 LA CRÌTICA POLITICA tando le schiere fasciste. Ora questa nuova aggregazione di forza, può diventare anche molto rapidamente - la stessa storia del fascismo insegni -- .un movimento abbastanza vasto, e occorre evitare che possa sformarsi se non sarà guidato da direttive sicure. Quali ? La sua funzione naturale sarà quella, suggerita con irresistibile eloquenza dalla realtà, di restaurare, nella lotta politica, i valori della civiltà e della libertà; ma a quest'obiettivo, generico, s1 dovranno aggiungere delle specificazioni maggiori, determinate ·dalla necessità di riassumere e di risolvere, alla luce dei principt liberali, quei principali problemi che il fascismo ha posto e risolto alla luce dei principii reazionarii. L'idea di nazione, che è stato il viatico e che resterà l'acquisizione permanente fatta dal fascismo, non potrà mai più essere cancellata dal novero delle idee essenziali nella vita politica. Ma, in luogo di essere concepita, praticata come la imposizione di una élite consapevole a una grande massa che non si è ancora alzata fino al livello della coscienza nazionale, dovrà essere intesa e reàlizzata in ben più largo modo: come una partecipazione delle classi popolari agli interessi dell'ente nazionale, come una cointeressenza anchè materiale (immediata e visibile quanto lo è quella delle classi abbienti) alle sorti della collettività; e, traverso questa comp'clrtecipazione reale alla vita economica e politica del paese e dello Stato, come un incitamento al sorgere d'un patriottismo realistico, stabile e diffuso, e non, come oggi, retorico, effimero, e quasi privilegio o dei reduci della guerra o dei ceti favori ti dalla fortuna• Ana~oghe considerazioni deve destare un'altra questione, posta, con estrema energia, dal fascismo: quella dell'ordine, e che nella situazione presente è diventato un puro e semplice problema di polizia; mediante tale compressione, l'ordine è bens} raggiunto, sia come fatto esterno che anche, forse, come fatto interno di adattamento, ma però esso non vive poi che della morte degli individui e schiaccia sotto il proprio peso innumerevoli e invisibili forze sociali. Ora, un movimento liberale di democrazia che si proponga, anch'esso, come ha fatto la reazione fasc:sta, di ripristinare l'ordine non può invece farlo che dando inizio a una vasta opera di normale colla- , borazione interclassista, in cui, solo eccezionalmente, possa appoggiarsi una politica di repressione contro quelle frazioni estreme, di sinistra o di destra, che tentino con la violenza il predominio delle minoranze. Qui si tratta, come appare subito, d'una situazione perfettamente opposta alla presente, e che è poi, necessariamente, destinata a ripercuotersi anche sulla idea che il fascismo si fa della < ricostruzione > : idea che, in realtà, non è che l'aspetto sostanziale di quell'orientamento conservatore, di cui <l'ordine> fascista è l'aspetto formale. La < ricostruzione > dell'economia nazionale viene intesa come il tentativo - finora perfettamente riuscito - di river- ,sare sulle classi piccole-borghesi e sulle classi lavoratrici tutti i pesi dell'economia dissestata dalla guerra; ed è evidente che una rinata corrente di democrazia non pottà nelle grandi linee, fare altro che capovolgere, nei quadri dell'economia vigente, le attuali reciproche posizioni delle classi. Ma non per questo essa dovrà indulgere, sia pur poco, a quei critert distruttivi e veramente demagogici, che hanno avuto cittadinanza per il passato : e anzi il concetto di < ricostruzione > e, cioè, il senso dell'organismo nazionale che cresce e risana e si sviluppa, deve essere, incrollabilmente, al Biblioteca Gino Bianco
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