12 LA CRITICA POLITI CA ~ondannata; e che, nello stesso tempo, si condanna la politica tirannica e faziosa, traverso la quale il fascismo si è illuso e ha illuso di poter conseguire gli obiettivi propostisi. * * * Ma se ora ci si domanda quale sia la formazione politica che possa aspirare, in tale posizione intennedia, alla successione in procinto di essere aperta, è subito da escludere che possano essere i partiti liberali: appunto perchè il problema immanente è guello della libertà i partiti liberali ossia conservatori, vengono automaticamente esclusi da ogni funzione. Su questo punto il fascismo, che li proclama morti e· sepolti da un anno, ha ragioni da vendere. Esso aggiunge di averli eliminati dalla lizza perchè li ha sorpassati col suo processo rivoluzionario, e in tale motivazione è in errore; ma il fatto è inoppugnabile, e le sue ragioni sono diverse ma an-- cor più profonde di quelle esposte dal fascismo. Se la sorte dei . partiti ljberali dipendesse dal carattere rivoluzionario del fascismo, ossia da un conflitto di punti di vista e di criteri politici e sociali fra gli uni e l'altro, anche i liberali potrebbero sempre avere qualche probabilità di rinascere. Ma la loro condanna è invece definitiva perchè il fascismo, ben lungi dal sovvertire le posizioni ideali e pratiche dei liberali, le ha, in realtà, occupate, si è sostituito ad essi, e li ha messi nella condizione di veri e proprii disoccupati politici. In fondo le sole entità politiche a cui il fascismo ha inferto dei colpi mortali non sono i suoi avversari ma i suoi affini, e per la stessa ragione per cui già si vedono determinanarsi le prime formazioni della rinascita radico-sociale, non vedremo mai più risorgere le vecchie formazioni dei liberali. Questi non potranno d'ora innanzi fare appello ai principii dello Stato liberale dal momento che la responsabilità di averli lasciati calpestare e stracciare, è precisamente loro; e non potranno neanche presentarsi come i patadini degli interessi conservatori, perchè questi si sentono altrettanto e anche meglio difesi (almeno per l'oggi e per il prossimo domani) dal fascismo nelle strade e nel governo. I vecchi partiti liberali, ossia il conservatorismo all'antica, sono stati battuti dal conservatorismo nuovo, che ha saputo darsi delle basi sociali molto più larghe; e, in questo senso, si può dire che, anche nella gara tra conservatori vecchi e nuovi, si è avuto una vittoria del principio democratico. Inoltre l'angusto carattere municipalistico dei partiti liberali è stato scavalcato e cancellato dalla impronta e dall'estensione e dall'organizzazione nazionale che il fascismo ha saputo dare al proprio movimento; e anche qui c'è un argomento in più, e storicamente potentissimo, che esclude ogni possibilità di resurrezione delle vecchie consorterie liberali. A questo non resta aperta che una via. Se esse hanno verso i loro epigoni, cl}e sono anche i loro becchini, una evidente inferiorità di potenziale biol~gica (la vicenda delle generazioni) e, fors'anche morale (la guerra, in quanto è imparare a morire, è altamente educatrice) hanno, però, l' indiscutibile superiorità della competenza, della preparazione, ecc. ecc.; ed è qui che possono puntare almeno per una parziale sopravvivenza. Il partito liberale offre oggi, ed è inevitabile, i proprii servizii al partito fascista, ma questa collaborazione, n dove il fascismo esiste veramente e cioè dalle Alpi \ Biblioteca Gino Bianco
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