La Critica Politica - anno IV - n. 1 - 25 gennaio 1924

- • • Successione fascista Le modificazioni costituzionali, già in parte attuate con l'approvazione della riforma elettorale e l'ordinamento della milizia volontaria in corpo di polizia di partito sono, senz'alcun dubbio, due coefficienti di notevole stabilità per i gruppi oggi dominanti. Tuttavia sarebbe assurdo non tener conto delle variazioni che, al di dentro dei due suaccennati ordini di fat_ti, viene a subire lo spirito pubblico, e l'apprezzamento che esso fa della at- - tuale situazione e dei suoi sviluppi. Il fascismo stesso misura in tutta la sua importanza il :valore di ciò che si chiama <consenso>. La legalizzazione e l'armamento del governo fascista sono destinati a determinare essi stessi, per via della suggestione della incrollabilità, una indiretta forma di adesione della pubblica coscienza; però questa resta in fondo, il supremo giudice inappellabile e, in tal senso, la vera e profonda forza del fascismo. A differenza degli altri movimenti a cui è stato ravvicinato - in genere, i colpi di Stato classici a base strettamente militare - il fascismo ha dovuto il suo avvento a un indiscutibile e largo moto dell'opinione pubblica, e, in questo senso, esso è schiavo, da allora, di questo suo modo di nascere che non del tutto impropriamente, si chiama <rivoluzionario>. La innegabile mancanza (almeno su larga scala e in maniera volontaria) di quegli atti di terrorismo legale che accompagnano i fatti rivoluzionarii veri e proprii è la conferma di questo fatto: che esso deve ·la esistenza non a un contrasto vittorioso, ma ad un consentimento unanime, o quasi di quella parte dell'opinione pubblica che, essendo la sola consapevole e organica, costituisce, in realtà, la coscienza collettiva. Non è quindi praticamente concepibile che, di fronte a un orientamento radicalmente diverso di questa, la situazione fascista ricorra, per perpetuarsi, ai nudi privilegi legali e ai nudi schieramenti d'armati e pertanto, le formazioni, anche embrionali, dello spirito comune hanno un eccezionale valore per il prossimo avvenire politico del paese. In questo senso la successione politica del fascismo è tendenzialmente aperta, ed essa si va preparando, per ciò che si attiene alle variazioni in questione, attraverso due gruppi ben distinti di fatti: la chiarificazione del1' interna coscienza dello stesso fascismo conforme ai diversi ceti, interessi ecc. che vi sono rappresentati; e il giudizio dell'opinione esterna circa la capacità di governo e gli indirizzi politici dimostrati e seguiti dal fascismo fino ad ora. Ma questo secondo punto non può dar luogo, veramente, a grandi discussioni. Il caposaldo essenziale del programma fascista era, naturalmente, la <ricostruzione> la quale alla sua volta non poteva risolversi, come infatti si è sempre proclamato, che nel restauro delle finanze pubbliche e nell'incremento della produzione o dell'economia in genere. Ora è BibliotecaGino Bianco '

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