la critica politica - anno III - n. 12 - 25 dicembre 1923

494 LA CRITICA POLITICA miracolo o la pace bianca che doveva por fine alla guerra, come oggi attende l'aiuto americano. Da lungo te1npo, e sopratutto dal messaggio imperiale del 7 aprile 1917, gli si prometteva, come premio della sua saggezza, di stabilire in Prussia il suffragio universale, e di sopprimere il sistem~ di voto arcaico che divideva il corpo elettorale in tre classi di diritti disuguali. L'opposizione dei conservatori aveva impedito tutte le riforme ed il popolo non protestava nè punto nè poco. La mancanza completa d'educazione politica, che aveva impedita alla Germania di conquistare le libertà indispensabili ad Gna grande nazione, non poteva essere improvvisata dall'oggi al domani. Chi in Germania era capace, al momento della disfatta di sostituire subito e bruscamente il regime che crollava con un regime nuovo ? Non e' era borghesia repubblicana e nemmeno una classe simile a quel solido Terzo Stato, cui il liberalismo illuminato aveva preparato l'avvenire della rivoluzione francese. La Germania er.a un impero 1nilitare di diritto divino. Non si concepiva che un giorno potesse divenire altra cosa. Il partito socialdemocratico, il meglio organizzato, non aveva previsto niente. Dal primo agosto 1912 aveva abdicato i suoi diritti al governo imperiale e sanzionato tutti gli atti della politica di guerra. Sottomesso alla disciplina dei sindacati, per i quali si trattava di proteggere l'esistenza materiale dei lavoratori, si disinteressava quasi delle discussioni politiche. Il giorno stesso della proclamazione della Repubblica, il 9 novembre 1918, < La Corrispondenza della Commissione Generale dei Sindacati> trovava ch'era prematuro di porre la questione dell'abdicazione dell'Imperatore e del Kronprinz : ('.A Berlino, era scritto, c' è della gente che pensa seriamente a far con un decreto della Germania una Repubblica. Questo problema non potrà essese risoluto se non quando si saranno prima stabilite le basi dello Stato popolare >. La gente che scriveva ciò allora, mostrando la più completa incomprensione della situazione, è quella stessa che oggi è l'arbitra della vita politica tedesca. Questa constatazione è di una eloquenza straordinaria per far capire la mostruosa incapacità politica degli uomini della socialdemocrazia. Gli altri sono anche al di sotto per la mala ventura del popolo tedesco. Continuiamo intanto nelle nostre ricerche obiettive. Il governo imperiale avrebbe dunque vissuto ancora giorni felici se la disfatta militare avesse potuto essere contenuta. Esso aveva avuto facilmente ragione degli scioperi avvenuti in più riprese durante la guerra, nel maggio 1915, nell'aprile del 1917 ed anche nel gennaio del 1918, quando più di 500.000 operai a Berlino avevano reclamato soddisfazioni economiche ed una pace senz'annessio9e. Un brivido d'inquietudine era passato in quel momento sulla Gennania, poi s'era dissipato. Il popolo, nell' insieme, restava calmo. La propaganda rivoluzionaria, fatta in segreto dai socialisti di estrema sinistra e dal gruppo degli spartachisti, non aveva avuto su di esso un'azione profonda. . . Biblioteca Gino Bianco ..

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