la critica politica - anno III - n. 12 - 25 dicembre 1923

528 . . LA CRITICA POLITICA I piccoli Comuni ·un male? ' Lasciamo la parola a Carlo Cattaneo perchè risponda a Benito Mussolini che, artefice nuovo e frettoloso, sta modificando, in forza di decreti e contro i desideri delle popolazioni interessate, la libera costituzione dei nostri Comuni. « Come ? - domandava Cattaneo nel '64. - La Lombardia, che fra tutte le regioni d' Italia si trovò primamente e più largamente delle altre dotata di strade, di scuole, di medici condotti, e d'ogni altra comunale provvidenza, è appunto quella che fra tutte quante ha il massimo numero di comuni piccoli e piccolissimi. Più di un quarto di essi 607 non giungono a cinquecento anime : per un altro quarto e più (746) non giungono a mille anime. E sopra 2242 comuni questa è già la maggioranza. Beata la Sicilia, che non ha ancora le strade, nè le condotte mediche, nè le scuole ! Ma mentre i comuni lombardi ragguagliano, l'uno per l'altro, solamente 358 abitanti, quelli di Sicilia ne ragguagliano un numero diciotto volte maggiore (6881). E mentre in Lombardia la superficie, divisa per comuni, dà solamente otto chilometri quadri per ciascuno, in Sicilia nè dà settantatrè. Questo è ciò che si chiama un plesso robusto. Il plesso comunale della Sicilia• sarebbe dunque diciotto volte più robusto ed efficace che il comune lombardo? No, signori ; la mole non è la vita. Non per questo io direi doversi correre all'estremo opposto e « rimaneggiare » in piccoli comuni la Sicilia, la Toscana e tutta l' Italia. Cotale uniformità tra le regioni non è affatto necessaria, come non fu necessaria tra i comuni aperti della Lombardia, dacchè taluno di essi non tocca duecento abitanti, mentre il maggiore oltrepassa i cinquanta mila. Ma quando fossimo costretti a scegliere tra violenza e violenza, sarebbe a preferirsi quella che moltiplicasse i consorzi e li spargesse più largamente sulla superficie delle provincie. L'aumento continuo della prosperità, dopo il 1755, in quel perpetuo campo di guerra che si chiama Lombardia, fra le tante irruzioni straniere da cui furono immuni la Sardegna e la Sicilia, si deve principalmente a questo. Si deve alla molteplicità dei comuni, alla mutua loro indipendenza, a una più larga padronanza delle cose proprie, a un più libero uso della ragione e della volontà, n-ei propri affari. Questo è il secreto : e questo vuolsi divulgare per tutta Italia. E un errore che l'efficacia della vita co1nunale debba farsi maggiore colla incorporazione di più comuni in un solo, vale a dire, con una larga soppressione di codesti plessi nervei della vita vicinale. Nelle riviere dei mari e dei laghi e in molte e molte altre parti d'Italia, vediamo floridi comuni di qualche centinaio di famiglie dedicate all' industria, alle arti belle, alle lontane navigazioni, attendere con egual cura a ingentilir il luogo nativo. Ma se il piccolo comune venisse incatenato a una maggioranza di rustici villaggi, dispersa per valli e selve, o popolata di braccianti vagabondi, quel ge- - niale fermento rimarrebbe sopraffatto e oppresso. Il piccolo comune ha diritto di continuare nel suo seno, quel modo d'essere che gli è proprio, benchè non sia quello in cui possano consentire i suoi vicini. E anche a questi il vicino e libero esempio potrà giovare. Se un comune, provveduto già di strade e d'acque, venga per volontà non sua congiunto ad altro comune cui la natura e il caso non abbia egualmente favorito, poco si curerà di contribuire col suo danaro ad opere delle quali non avrebbe giovame-nto suo proprio. Quindi, fra i mali assortiti consorzi impotenza e discordia. Quindi unico rimedio il consiglio d'Abramo a Lot : « Di graz'ia, non facciamo contesa tra me e te, fra i miei pastori e i tuoi, perocchè siamo fratelli. Ecco ti sta innanzi l'ampia terra. Se tu andrai a sinistra, io terrò ,la destra, se tu eleggerai la destra, io mi volgerò a sinistra>>. Meglio vivere amici in dieci case, che vivere discordi in una sola. Dieci famiglie ben potrebbero farsi il brodo a un solo focolare; ma v'è nell'animo umano e negli affetti domestici qualche cosa che non si appaga colla nuda aritmetica e col brodo. . BibliotecaGino Bianco I

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