492 LA CRITICA POLITICA spezzando una infinità di sovranità particolari e addimostrando quanto illusorio fosse pensare che, non già tutti i diritti, ma anche solo tutti gli appetiti potessero trovare soddisfazione nello Stato ha contribuito a chiarir meglio, a rendere evidente il problema. Lo Stato deve, anzitutto, essere, nella sua espressione visibile, lo Stato giuridico, lo Stato di tutti, aperto a tutti, a nessuno !inaccessibile, fav~revole o contrario. Perchè Io Stato non sia l'argomento di tutti i contrasti, il centro di tutti gli appetiti, di tutte le aspirazioni, occorre che nessuna forza o gruppo, nessun interesse particolare possa attendere o sperare di conquistare in esso una posizione di privilegio o di difesa. Unicamente così lo Stato può cessare di essere la causa_ principale di perturbamento economico e di perturbamento sociale. Questo punto è essenziale. La radice del male è qui. · Gli antagonismi economici e sociali diverranno benefici il giorno• in cui non troveranno nello Stato il loro campo di battaglia e serviranno a stimolare e a sviluppare le facoltà di ciascuno. Ii progresso economico è nella misura in cui tutte le funzioni sono compiute da energie · spontanee. Nulla potrà mai impedire che le forze produttive dall' industria, dell'agricoltura, del commercio, separatamente e per proprio conto, si uniscano, si organizzino per regolare i propri interessi, tutte le volte che lo stimino conveniente. Ma la loro attività deve svolgersi nel campo che è loro proprio, fuori dello Stato. Nel campo dell'attività economica nessuna soluzione può esservi migliore di quella che gl' interessi governino se stessi. 01' interessi agricoli per esempio, e lo stesso dicasi per quelli del commercio e della industria, potrebbero benissimo trovare secondo i criteri della particolare convenienza (locale, regionale, nazionale) la loro sistemazione, le loro provvidenze e i loro organismi di rappresentanza e di tutela. È ad una nuova concezione dello Stato che bisogna arrivare. Segnato il punto di partenza, alle soluzioni politiche si arriverà senza difficoltà, per via logica. Perchè la sovranità popolare possa esercitarsi Io Stato deve essere semplice. Perchè possa essere diretta deve essere frazionata. La partecipazione dei cittadini alla vita pubblica è più viva quando i problemi di essa sono vicini, conosciuti e sentiti piuttosto che astratti e lontani. La formazione di uno Stato non può essere monolitica. Deve corrispondere invece alle diversità dei costumi, di ambiente, di esigenze esistenti in ogni nazione, presso ogni popolo. Snodate debbono essere le giunture perchè l'organismo politico sia agile. Occorre, insomma, approfittare della esperienza che il Fascismo ci offre e in una diversa impostazione del problema dello Stato trovare alle esigenze insopprimibili di libertà e di autonomia che sono nel paese soluzioni migliori di quelle nelle quali, nel passato, la libertà si annullò e il sistema rappresentativo si ridusse ad un giuoco di probabilità. OLIVIERO ZUCCARINI Biblioteca Gino Bianco
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