STORIA ITALIANA Come si rinunciò al Decentramento Lo scritto è di von Treitschke, il grande storico prussiano, che con i suoi scritti ebbe C()SÌ grande influenza sulla educazione intellettuale e politica delle ultime generazioni del popolo tedesco da dover essere considerato co,ne il rappresentante genuino dell'idea imperialista che ha condotto la Gerniania alla rovina. Fa parte di un saggio su Cavour pubblicato qualche anno dopo la morte di questi e noi lo riproduciamo quale contributo alla storia del nostro ordinaniento a,nministrativo. In nessun altro Stato il problema dell'autonomia amministrativa pareva cos\ facile a risolversi come in questo. Il Regno contava appena 7720 Comuni, con una media di 2821 abitanti per Comune. Siccome in Italia è quasi ignoto un contrasto fra città e campagna e fino dai tempi di Roma vi è stata l'abitudine di unire piccole località con le città vicine, non doveva riuscire difficile fondere insieme i Comuni più piccoli, che per lo più si trovavano nelle pazienti provincie del Nord, e formare cos\ circa 6000 Comuni vitali, in bel contrapposto ai 40000 impotenti Comuni francesi. Ma il vecchio spirito municipale non era mai morto completamente. Ugualmente semplice pareva l'idea di dividere il Regno in 8 regioni. I milanesi chiamavano a ragione un sribcentro la capitale della Lombardia; anche la Toscana, la Liguria, l'Emilia, formavano unità naturali, legate .da grandi ricordi e da importanti interessi economici, sempre dominate da una potente città; esse potevano benissimo costituire un sano particolarismo regionale. Dai distretti governativi,' le provincie, non si poteva sperare una vita autonoma. Infatti la provincia, nella maggior parte del Regno, era un antico corpo storico, 1 il distretto cittadino atnpliato; ma evidentemente le otto provincie del Piemonte e deJl' isola avevano, nel vecchio Regno di Sardegna, un'importanza ben diversa da quella che potevano avere le 59 nuove provincie nel Regno d'Italia. Troppo piccola per affermare una volontà di fronte alla burocrazia della capitale del Regno, troppo grande per permettere il sorgere di un sentitnento di intima unione fra gli abitanti, la provincia rimaneva una circoscrizione amministrativa puramente burocratica, - come il dipartimento francese a cui si avvicinava per estensione - creata apposta per la paterna vigilanza di un prefetto; e veramente nell'Alta Italia stava già alla sua direzione un prefetto, e poi una squadra di sottoprefetti, per lo più gente pigra, inetta. Se si voleva evitare lo scabroso sistema della fcentralizzazione francese, bisognava attenersi alle regioni che, come le provincie prussiane, comprendevano parecchi distretti governativi e avevano sufficienti sostanze e energie morali per assumere una parte dei compiti amministrativi degli uffici burocratici. Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==