la critica politica - anno III - n. 12 - 25 dicembre 1923

520 LA CRITICA POLITICA scrittori isolani. Ma il movimento ha valicato il mare, e trova consensi nei folti gruppi di corsi del Mezzogiorno di· Francia, nella stessa Parigi, dove Pierre Bonardi ha di recente pubblicato un romanzo : La mer et le maquis, a giudizio della Muvra, < le premier roman spécifiquement corse de langue française >. Vi si racconta di una fantastica insurrezione armata promossa dal Partito Corso d'Azione, < ultima ratio> di un popolo disperato che vuole giustizia, una vaga e m_aldefinita giustizia, non facilmente conquistabile dai piccoli gruppi etnici, travolti dall' ingranaggio della Storia. A Nizza la colonia corsa pubblica un almanacco regionalista : l' Annu Corsu, pieno di briosi aneddoti, di versi, di tirate sentimentali, tutto in dialetto. È iniziativa di due colti insegnanti : Antone Bonifacio e Paulu Arrighi. Ironia della storia, nella città cosmopolita e alberghiera, il più vivo germoglio di tradizione italiana è questo selvaggio pollone trapiantato da una terra ormai perduta per noi. M.1le Méziane dell'Opéra di Monte Carlo ha reso popolare Cursichella di A. Bonifacio, interpretandola al Palais de la Jeté, a Nizza, e poi in molte altre città del Mezzogiorno francese : Cursichella Cusl bella Di Iu mondo sl la stella Ma ti manca 'u benestà. O Cursichella Vergugnusella Sar~a tempu di cambià ! Dello stesso autore sono due commediole, pubblicate di recente, troppo tenui in verità, ma non prive di una certa spigliatezza: A l'urna I e U scupatu. Ritraggono alcuni aspetti della semplice vita capocorsina, in quella sottile lingua di terra che dà alla Corsica l'aspetto d' una mano dall'indice sollevato. Il dialetto è quasi toscano . .A Nizza, diretta da un altro corso, Pietro Leca, si pubblica l'Aloès, rivista mediterranea, redatta in gran parte da corsi, con testo in francese, provenzale, nizzardo, corso. Nel complesso, è innegabile che un movimento regionalista corso, letterario e politico, esiste. Ora, di fronte a questa improvvisa resurrezione della Corsica dalla tomba in cui sembrava definitivamente rinchiusa, quale deve essere l'atteggiamento degli italiani, e specialmente dei regionalisti italiani? È chiaro che non dobbiamo lasciarci prendere in trappole nazionaliste, miranti a giustificare nuove forniture alle industr~e protette, con le necessità di una prossima guerra di liberazione dell' ultim·a irredenta. Non possiamo d'altro canto fingere di ignorare questa energia italiana, riaffermatasi al centro del Tirreno, a poche miglia dalla Sardegna e dalla Toscana. Fingere d'ignorare il problema sarebbe assurdo, ed equivarrebbe ad imitare l'atteggiamento più o meno leggendario del classico struzzo di fronte al pericolo. La soluzione non è facile a trovarsi, e io non intendo, per ora, presentarne alcuna. Certo che il problema diminuirebbe subito d'importanza se la Francia comprendesse la situazione della Corsica attuale. Andare Biblioteca Gino Bianco ·

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