I \ J\i margini d' Italia : il regionalismo còrso UMBERTO B1scoTTINI: Fiorita di poesie corse. Scelta, introduzione e note di U. B. I?irezione Editoriale Opere R. Orfanotrofio Militare Nazionale, Torino, 1923. - L. 4,50. AN:rONE BONIFACIO E PAULU ARRIGHI: L' Annu Corsu. Almanacca letteraria illustrata. Antologia Regiunalista, Nice, Rue du Licée, 1923. - Frs. 2,00. ANTONE BONIFACIO: All'urna! Cummedia. 'U Scupatu. Cummidiola. Edizione de l' Annu Còrsu, Nice, 1923. - Frs. 2,50. « L' ALoÈs » Revue méditerranéenne, Nice, Avenue de la Victoire, 35, Red. en chef: Pierre L_eca.Abonn. ann. - Frs. 12,00. « A MuvRA » Ohiurnale di 'e pieve di Corsica. Direttore Petru Rocca, Aiaccio, Cours Grandval 38. Abonn. - Frs. 9,00. · · Il movimento regionalista corso, che visse quasi ignorato per tanti anni, comincia ad attirare l'attenzione degli italiani. Ne è prova questa scelta di poesie fatta con sufficiente gusto dal Biscottini di Torino, che nella introduzione accenna all'attuale stato d'animo del popolo corso, illustrato già da me su Critica. La poesia è il necessario complemento dell'azione politica del Partito Corso d'Azione. Infatti pochissimi di questi versi hanno una inspirazione idillica o ragioni di vita puramente estetiche. Elegie, satire!' guizzi di ironia nostalgica sorgono dalla sanguinante piaga d,ell'anima corsa, che è consapevolezza dell'equivoco celantesi nella sincera adesione alla realtà nazionale francese. Va bene essere cittadini fedeli, ma non sino al suicidio. Que~to pretende la Francia annientando deliberatamente ogni tradizione locale. Si noi lasciemu more 'a nostra lingua, 'a nostra razza murarà cun ella. È lo stato d'animo espresso nella canzonetta di don Pietro De Mari, sostituto procuratore della repubblica a Bastia, canzonetta popolarissima in Corsica, dall'andatura falsamente allegra, che ha un singhiozzo per ritornello: U mio figliolu è ghiuntu da Francia, E li linzoli li chiama les draps, E le calzette le chiama les bas. U mio figliolu quant'ellu ne sà ! Ha sbattizzatu lu cane e la gatta, Un u è le chien e I'al tru è le chat, I topi sò les souris o les rats, U mio figliolu quant'ellu ne sà 1 . . Si omu 'un capisce si nomi a la prima Vi dife : voyons ; vi face, oh, là là E centu volte ripete: n'est-ce pas ? U mio figliolu quant'ellu ne sà ! L'altra sera m'ha dettu chi à honte D' u so' papà e d'a so' mammà, Perchè causemu toujours patois, U mio figliolu quant'ellu ne sà ! U mio figliolu cum'ellu è struitu, E v'addiletta a sente sfrencisà, Gendermi nè meri (sindaci) 'un ci ponu luttà ; U mio figliolu quant'ellu ne sà ! Il B. ha giudiziosamente colto i suoi fiori nel giardino d~lla Muvra, il battagliero giornale autonomista di Aiaccio, a cui collaborano i miglior Biblio eca Gino ■ 1anco
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