la critica politica - anno III - n. 12 - 25 dicembre 1923

IL FASCISMO NELLE MARCHE 507 continuarono a discendere. Il successo che aveva inopinatamente favoriti i socialisti nel '19 aveva servito a mettere in maggiore risalto la loro deficienza di uomini e l'assoluta impreparazione. La elezione a deputato del bidello delle scuole comunali di Fossombrone non giovò al prestigio del partito; quella del contadino romagnolo, Qua_rantini -. il quale aveva suscitato molti entusiasmi tra i contadini del maceratese e che appena un anno dopo la elezione fu dovuto liquidare per .... offese al pudore - fu un vero infortunio. Il marchigiano è quasi sempre un uomo di buon senso che bada molto alla qualità negli uomini come nelle cose e d' irreprensibile condotta morale. D'altra parte dell'azione socialista l'uhi consistam non si vedeva: e i rurali badano al sod~. La conquista delle pubbliche amministrazioni non aveva apportato nessun beneficio sensibile: le tasse piovevano come prima e meglio di prima. La propaganda del programma comunista in riguardo alla proprietà riusciva a persuadere sempre meno. E i popolari venivano guadagnando presso i rurali quelle simpatie che i socialisti perdevano. * * * Nel luglio del '22 l'organizzazione fascista contava, sl e no, trecento iscritti in tutta la regione: in conseguenza della conquista di Ancona si sviluppò aumentando il numero degli aderenti. Ma con difficoltà. Le classi della media borghesia che non avevano visto con simpatia l'arrivo dei fascisti continuarono a guardarli con diffidenza. Degli .... altri non furono molti quelli che si lasciarono convincere dalla inflessibile logica del manganello. Le conversioni maggiori si verificarono tra i comunisti. A Falconara il fascio si costitul .coi componenti di quella sezione comunista passati quasi al completo. Tali passaggi contribuirono ad accrescere e a giustificare le diffidenze. I nazionalisti ne approfittarono. Ad Ancona avevano un nucleo e un giornale. Mentre i fascisti correvano la regione bastonando, devastando, dispensando purghe, essi si misero dietro a raccogliere. Evitavano studiatamente di partecipare alle azioni fasciste, per presentarsi nella veste di moderatori delle violenze, di elementi di ordine e di tranquillità. Proprietari, fattori, gente pacifica che mai aveva pensato di entrare nella politica militante, liberali del buon tempo antico, si videro in adunanze appositamente convocate porre questo dilemma: organizzarsi, e tra i nazionalisti (elemento di ordine) e i fascisti (elemento impulsivo e infido) decidersi. E le file nazionaliste così s' ingrossarono. Venne intanto la < marcia su Roma >. I nazionalisti che si erano ripromessi di dominare essi la situazione nella regione - e per il maggior numero di aderenti e per una maggiore disponibilità di uomini provvisti di qualche preparazione - si trovarono improvvisamente in sottordine. Uomini dei quali credevano non si dovesse tenere gran conto perchè sprovvisti di di scarsa importanza, mentre i repubblicani conquistavano quindici posti alla Provincia e le Amministrazioni di Ancona, Jesi, Senigallia e d'altri centri importanti. Nelle elezioni politiche del .,21 i socialisti nella provincia non ebbero maggiore successo; mentre i repubblicani ottenevano oltre 12 mila voti. Nelle altre provincie i risultati furono pure per i socialisti notevolmente inferiori a quelli del '19. Tuttavia riuscirono a mandare alla Camera quattro deputati, mentre i comunisti mettevano insieme 9 mila voti appena in tutta la regione e avevano un deputato. Compleisi vamente perdettero un seggio. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==