• L'INGHILTERRA, LA LEGA DELLE NAZIONI, L'ITALIA 453 anche voler dire la flotta tedesca nella baia di New York o I' India, l'Australia e la Nuova Zelanda in mano al Giappone. Ornai non v' è grande o piccola nazione transoceanica che possa sentirsi indifferente a conflitti tra ambizioni nazionali europee che trascendono i confini dell' Europa. Gli sviluppi della navigazione aerèa e sottomarina sono già tali da non rendere più inconcepibile che interi continenti possano essere alla mercè di un' unica potenza. È questo il fatto dominante che rende anacronistiche tutte le ideologie nazionali, in Europa sopratutto. In Europa nessuna nazione può più fare da sè, forse tra qualche generazione la sola nazione che potrà ancora fare da sè, che potrà anche, non senza probabilità di successo, riprendere i sogni d'egemonia europea, è la Russia, specie una Russia fecondata da abilità organizzatrice tedesca e nelle cui braccia la Germania dovesse gettarsi per disperazione, per sottrarsi alla feroce cecità e paura della Francia. Nè Francia nè (}ermania ponno da sole sopraffarsi; per di più la Russia è sul continente la sola nazione che dispone di grandi depositi petroliferi ; la ·sola altra nazione europea che ne dispone - però solo per mezzo della sua potenza navale e fino a che questa mantenga ininterrotte le comunicazioni col mondo extra-europeo - è l'Inghilterra che è l'avanguardia e la sentinella di questo mondo in Europa e la cui nuova naturale posizione d'equilibrio è quella d'una nazione da un Iato con le spalle sicure verso il mondo transoceanico e sopratutto verso gli Stati Uniti e dall'altro con la mano destra amichevolmente tesa verso le piccole nazioni in Europa ed eventualmente verso gli stessi vinti, ove questo o quel vincitore divent~sse il nuovo disturbatore della pace. La Lega delle Nazioni è l'espressione postbellica inevitabile di questo fatto fondamentale. Già nell' ultima guerra la neutralità divenne pure a chi vi persistette difficilissima e costosa. In un'altra guerra essa diventerà facilmente impossibile sia dal punto di vista economico che dal militare. Di qui da un lato il desiderio delle piccole nazioni di pesar per qualche cosa nel gioco dell'equilibrio delle potenze e dall'altro lato il fatto innegabile che ammettendo le piccole nazioni in qualche grado a pesare in questo gioco, l'equilibrio stesso si fa più stabile se non altro perchè si fa più difficile il calcolo delle conseguenze della sua rottura. Le piccole nazioni non sono certo ammesse su piede d'eguaglianza tra le grandi, perchè non è ammissibile che, potendo scatenar tempeste che esse non basterebbèro a placare e che non possono essere placate che dalle grandi, esse siano messe alla ·pari di queste ; ma hanno tutte diritto a poter far sentire la loro voce e a nominare un certo numero di rappresentanti nel Consiglio della Lega : e ponno cos), unite o divise, pesare a favore di questo o quel gruppo di grandi· potenze e in questioni vitali fare, almeno moralmente, da arbitri. La Lega dà loro l'opportunità di poter agire unite e quindi d'avere un peso che non avevano prima del suo avvento. La guerra mondiale, combattuta anche a cagione della minaccia • Biblioteca Gino Bianco
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