284 LA CRITICA POLITICA del Partito Socialista Unitario debbono tenersi in speciale considerazione e possono permettere qualche previsione sull'avvenire meno remoto; le disquisizioni massimaliste sullà Terza Internazionale si mantengono, invece, fuori della realtà, forse appunto per evitare di affrontarla. Il Congresso di Milano ci ha presentato gli aspetti della nuova crisi che il movimento socialista sta attraversando. Due stati d'animo vi si sono manifestati senza che il Congresso avesse il coraggio di pronunciarsi. E di fatti esistevano più o meno pronunciati in ogni congressista. Si trattava di scegliere tra esi- · genze politiche ed esigenze sindacali. Le prime imporrebbero una politica di opposizione al regime, senza mezzi termini, senza riserve. La lotta per la libertà rende impossibile ogni compromesso col regime 1 Le seconde, invece, imporrebbero la transazione, l'adattamento, la collaborazio- · né, sia pure tecnica. Per .cui si tratta di decidere : o piegare le esigenze politiche alle esigenze sindacali, oppure subordinare l'azione sindacale alle esigenze politiche. Il Congresso ha preferito la via di mezzo : libero il partito, libere le organizzazioni sindacali. E fin qui non ci sarebbero inconvenienti se la libertà di azione sin-- dacale non dovesse anche dire libertà nei socialisti organizzatori, che son poi gli esponenti della Confederazione del Lavoro, di obbedire nei rapporti collo Stato, e ci.oè col Governo, alle esigenze sindacali piuttosto che a quelle strettamente politiche. Ciò non è detto nell'ordine del giorno, elaboratissimo, che si chiude assegnando al Partito, tra gli altri compili, quello principalissimo di procurare la cooperazione di tutte " le •energie disinteressate e sinceramente ·democratiche ,, che ésistano nel Paese, per • Biblioteca Gino Bianco la lotta politica giudicata indispensabile. Ma è stato dètto nelle dichiarazioni di Turati e in quelle successive di Reina e negli assensi che le une e le altre hanno ottenuto dal Congresso. Per cui possiamo aspettarci di vedere le esigenze e le necessità delle organizzazioni che - ha dichiarato Modigliani - " debbono anteporsi a tutte le altre,, segnare all'azione socialista nella politica del Paese pratican1enté la via, mentre le· esigenze di libertà non potranno sperare che in qualche manifestazione, verbale o scritta, di protesta.' Giacchè, fino a questo momento, la lotta per la libertà è sempre da ìniziare in Itali a. E per iniziarla non ~ basta proporsi di cooperare con tutte · le energie disinteressate e sinceramente democratiche; occorre trovare il punto di raccordo, precisare in modo chiaro, inequivocabile cioè, cosa la libertà ha da essere e come ha da essere. È certo già molto importante che la libertà, come problema politico da attuare, sia stato posto in un Congresso Socialista come problema di primo ordine. E noi ce ne compiacciamo. Ma purtroppo, al Congresso di Milano il problema è rimasto contenuto (nonostante l' ampiezza inusitata dell'ordine del giorno) in queste affermazioni generiche, nelle quali ci è sembrato di scorgere la nostalgia del passato (la quale non merita davvero troppi rimpianti) piuttostochè la intenzione di procedere oltre. Una visione cioè troppo angusta, troppo parlamentare, della lotta politica. Il Congresso ha d'altra parte - è doveroso dirlo - riconosciuto questa sua insufficienza. Alle nuove realtà, ai nuovi p'roblemi prevalentemente politici che questa volta gli erano dinanzi non era preparato. E nella mozione votata può vedersi affermata la necessità di " rivedere accurata-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==