la critica politica - anno III - n. 11 - 25 novembre 1923

L'ULTIMO "LIBRO DECENNALE n D1 ACHILLE LORIA 479 terreno teorico, è necessario sollevare eccezioni intorno alla sua efficacia a condurre ali~ normalizzazione del prodotto, ossia al maximum della produzione. Se, infatti, si escludono alcune combinazioni di subprodotto le . quali non danno luogo all_a formazione di un salario e di un capitale improduttivi, la maggior parte di -esse, e, anzi, le più importanti fra esse, danno luogo appunto a questa for01azione : tale è il caso di tutti i subpro• dotti di distribuzione. Ma, mediante l'imposta assorbente sull'extrareddito e sull'extrasalario, è lo Stato che si appropria di queste disponibilità eccedenti e, dal momento che esse sono in sua mano, nasce il quesito sul reimpiego produttivo, a cui esse vengono destinate. L'imposta assorbente non . risolve che a metà il problema; poichè lascia insoluta la questione se lo Stato, nell'impiego degli extraredditi e degli extrasalarii, potrà raggiungere o il maximum dalla produzione dato l'ambiente tecnico esistente, o anche soltanto un livello di produzione più alto di quello, che il risparmio operaio reinvestito o i~ capitale improduttivo liberatosi avrebbero raggiunto. Attraverso questa pratica riformistica, che rinverdisce e amplia il concetto della imposta sociale propugnata dal socialismo della cattedra, si affaccia in realtà, in tutta la sua ampiezza, il problema della capacità produttrice della impresa privata in confronto all'impresa statale ; e cioè nasce la necessità d'una soluzione, che non sta più sul terreno delle riforme,~ma che acquista senso soltanto se sia adottata con intenti integrali risolutamente eversori. Per pervenire a tal conclusione basta soltanto por mente _che la nozione ~ di subprodotto ipornormale riceve, sotto la penna del Loria, una estensione • indefinita. In sostanza lo si può ritrovare in ogni e qualsiasi azione economica che sia svolta, nel proprio vantaggio, sia dalla classe dei salariati, sia da quella dei redditieri, o sia anche da tutte due procedenti in accordo. È, p. es., manifesto che allorquando, mediante un accordo fra imprenditore e operai, si eleva nell'istesso tempo il salario e il profitto a danno, mettiamo, del capitale tecnico, si ha un subprodotto ipernormale differito nel tempo: nel senso che, o per logoro eccessivo dei vecchi impianti o per mancato impiego di nuovi, la produzione futura è de_stinata a contrarsi. Analogamente un fenomeno di contratta produzione, o, comunque, di non conseguita produzione 1nassima, si ha quando il redditiere sostituisce, con nuovi capitali inve~titi in impianti, un certo numero di operai: i quali si convertono in disoccupati, e cioè in una massa di lavoro eccessivo e inimpiegato, che è una. delle forme tipiche del subprodotto artificiale. Per con• verso ogni •movimento del salario rivolto a raggiungere un aumento o ad evitare una riduzione dà luogo, necessariamente, traverso giri e rigiri più o 1neno lunghi, ad una contrazione di investimento di capitali produttivi e ci riconduce perciò daccapo alla presenza di un fenomeno rilevante, e teoricamente illimitato, di sottoproduzione. Ma di fronte a ciascuno di essi, e qui non si sono ricordati che alcuni casi essenziali, lo Stato metterà in òpera il proprio apparato fiscale per assorbire l'extrareddito, l'extrasalario, congiunti o disgiunti che essi siano. E pertanto, il risultato sarà che l' intervento statale acquisterà in breve dimensioni cos\ diffuse da convertire lo strumento fiscale in uno strumento non soltanto di controllo degli interi processi della economia, ma bens\ di effettiva gestione socializzata di sezioni rapidamente crescenti della produzione . ., ' Biblioteca Gino Bianco

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