la critica politica - anno III - n. 11 - 25 novembre 1923

418 LA CRITICA POLITICA pretese, tanto dell'operaio quanto dell'imprenditore. È questo un punto, so- . -stanzialissimo, che bisogna rilevare. Nell'interpretazione comune l'idea di riforma sociale è associata a quella di provvedimento di carattere democratico e popolare, e la critica sovversiva ha accreditato l'opinione che -0gni deficienza di prodotto nell'economia vigente debba riferirsi all'avidità del capitalista di aumentare in ogni caso il proprio profitto. Nella realtà, invece, anche il salario, e, in genere, l' interesse della classe lavoratrice può non meno del profitto determinare sensibilissimi fenomeni di subpro- ,duzione artificiale. La opposizione operaia, anche violenta, alla introduzione delle macchine nella fabbrica, in quanto si ritiene che la macchina faccia •Concorrenza e, cioè, sottragga salario all'operaio, è uno dei casi tipici di subprodotto ipernormale, determinato dal comportamento del salario: non ,essendo seriamente contestabile l'incremento della produzione dovuto al •macchinismo, ed essendo evidente l'inibizione che a tale incremento oppor- .rebbe l'atteggiamento della classe lavoratrice. Ma non meno evidenti sono ,le combinazioni in cui gli interessi di un imprenditore entrano in antagonismo con quelli della massima produzione, e, istituitosi il reddito quale " ar- ,bitro della produzione"' danno luogo automaticamente ad un ·subprodotto volontario. Lo stato di libera concorrenza assoluta, ossia l'assoluta flui~ità .dei 111ercati, è un'idea-limite che di giorno in giorno si allontana invece ~che avvicinarsi, e, comunque, è di là da venire. Pertanto ogni produttore si trova, in un certo momento, in ist-ato di monopolio, e, in tale momento, "è padrone della produzione e, può, a proprio grado, accrescerla o diminuirla, .a seconda che gli è prescritto dal suo interesse di redditiero: fabbrica tutto .quel tanto, non già che è possibile, ma che eleva al massimo il suo profitto ; gitta sul mercato, non già tutto ciò che vi sarebbe comperato, ma quella ·.quantità, che si converte per lui nel più alto 1 ucro di commerciante, ecc. ecc Si danno anche congiunture, ogni giorno più frequenti, nelle quali il salario e il profitto si accordano per ottenere entrambi un incremento a danno -.di un terzo elemento indispensabile, oltre il lavoro e il capitale circolante, alla produzione: per es. gli impianti fissi. In tale ipotesi il primo risultato .apparente è che il lavoratore percepisce una remunerazione più alta e an- ..che l' imprenditore beneficia, immediatamente, di maggiori profitti: però la -conseguenza ulteriore, meno visibile ma ineluttabile, è èhe, contraendosi gli 1impianti, si avrà successivamente una contrazione della produzione: si perverrà, cioè, anche in questo caso, che in·molte parti coincide con quello desi- _.gnato col nome di " plutocrazia ·demagogica"' ad un subprodotto ipernormale. * * * Per porre riparo a estrinsecazioni morbose del processo produttivo, il 'Loria propone, in contrasto con la riforma e1npirica qual è praticata da tutti gli Stati, una " riforma quantitativa razionale ,, la cui sostanza è questa: che lo Stato preleva, dall'operaio e dal capitalista, tutto l'extrasalario e tutto :t'extrareddito che l'uno e l'altro conseguono nelle loro pratiche subproduttive, e che pertanto li distoglie dal ripeterlo per l'avvenire. Ora non può negarsi che il meccanismo, nella sua semplicità estrema e fors'anco eccessiva, appaia teoricamente perfetto, in quanto esercita fun- ..zioni repressive, della subproduzione; 1nentre invece, anche restando sul Biblioteca Gino Bianco ,t.

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