la critica politica - anno III - n. 11 - 25 novembre 1923

468 LA CRITICA POLITICA da giornali che essi non vendono, ma sono costretti a comperare, essi ragionano e parlano nel modo stesso in cui ragionano e parlano < gli economisti teorici che fanno un'ostinata campagna per l'introduzione del libero-scambio in Italia>. Se non ci fosse da proteggere altra industria nazionale che quella che produce la carta da giornali, il < Gruppo liberoscambista italiano > potrebbe essere sicuro di ricevere l'adesione in massa ed anche forse un generoso contributo per la propaganda dagli industriali nuovi proprietari del ('.Secolo ». E forse il <Secolo> accetterebbe e pubblicherebbe ancora volontieri articoli miei contro il protezionismo.... delle Cartiere nazionali, che occorre abolire per ovvie ragioni di < giustizia > e di < eqcità >. Ma il male è che vi sono altre industrie più e 1neglio protette di quella della carta, nelle quali i comm. Borletti, Go~dmann, Zunino e gli altri proprietari del < Secolo » rinato a < nuove fortune > si trovano precisamente nella condizione, in cui gli amministratori ed azionisti delle Cartiere si trovano per rispetto alle aziende editoriali costrette a comperare la carta da giornali. Ed è qui che casca l'asino ai bravi signori della < Rinascente >, nuovi proprietari del < Secolo 1>, i quali, allora, ritornano ad essere fermamente convinti che le industrie in Italia non possono vivere o prosperare senza la protezione gover_nativa, e che per conseguenza tra i quattrini meglio impiegati. sono quelli spesi per l'acquisto di giornali allo scopo di far tacere per quanto è possibile quei seccatori di liberisti, che si piccano di mettere sempre la pratica di accordo colla teoria, e di professare la ·stessa opinione tanto nel caso dell' industria della carta, come in quello, ad esempio, delle industrie del lino, delle sveglie o del materiale ferrov1ar10. Evidentemente, quando nel suo nuovo programn1a il < Secolo > si impegnava a < difendere con tranquilla coscienza le condizioni vitali di questa grande forza nazionale > che è l' industria italiana, esso intendeva riferirsi a quei soli rami di industria, nei quali erano cointeressati i suoi nuovi proprietari. Ora sappiamo che tra quei rami non era quello dell'industria della carta da giornali; e possiamo quindi spiegarci come per la carta da giornali il < Secolo ~ può con < fierezza > e con < tranquilla coscienza> fare uno strappo al suo protezionismo tutto di un pezzo, e sostenere il principio del libero-scambio. Sono incongruenze che si capiscono, ma sulle quali torna conto di richiamare la pubblica attenzione. EDOARDO GIRETTI Gli amici della CRITICA POLITICA hanno il dovere di inviarci subito iL vaglia di abbonamento per il 1924. , Biblioteca Gino Bianco

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