L'INGHILTERRA,LA LEGA DELLE NAZIONI, L'ITALIA 459 , costo le decisjoni, è pur vero che passerà molto tempo prima che I' Italia od altri ardisca dimenticare che l'esistenza della L~ga simboleggia un . gran mutamento avvenuto tra il 1914 e il 1923. E non è solo l'Italia che ha avuto qualcosa da apprendere. La Francia ha appreso che se esita nella sua fedeltà alla Lega delle Nazioni, tutti i piccoli Stati suoi clienti o vassalli le si ribellano per porsi sotto l'egida dell'Inghilterra, che così avrebbe l'egemonia europ~a. E lo .stesso Governo inglese si è sentito dir chiaro e tondo alla Conferenza Imperiale che esso deve decidersi a prendere la Lega più sul serio che già non faccia, non esitando a porsi dietro di questa e del suo Statuto e dietro quanti in quella e in questo trovano le migliori garanzie del loro pacifico sviluppo. E così la Lega ha ricevuto un nuovo impulso pur dalla Conferenza Imperiale britannica, in quanto i piccoli Stati hanno mostrato di saper non esitare a seguire la badeaship inglese se la Francia si occupa di loro solo finchè le aggrada e non più in là. Più che mai la sola alternativa alla Lega, è, anche per la Francia e I' Italia, l' isolamento politico ed economico ed eventualmente, per tutti, il ritorno alla gara degli armamenti e, presto o tardi, alla guerra. La Lega non è uscita incolume della sua prima crisi; ma ne esce più incolume di chi ha scatenata la crisi ; il neo-internazionalis1no s'è mostrato più degno d'esser preso sul serio che il vecchio nazionalismo non lo credesse e lo ha costretto a ritrarsi anzichèno net suo guscio. La s,tampa italiana ha per l'occasione sfoderata la sua solita poca cultura e molta 1nalignità circa i motivi dell' atteggiamento dell' Inghilterra in questa disputa, tirando in ballo il solito doppio peccato originale dell'egoismo britannico, della gelosia che l' Inghilterra ha dell'Italia, della sua paura della potenza navale ed aerea di questa (!!?) ecc. ecc. Ora, a parte la circostanza che se i discorsi dell'on. Mussolini e de' suoi colleghi, prima e dopo il trionfo del fascismo, sono da prendersi sul serio, sarebbe fanciullesco che l' Inghilterra non pensasse a trovare equivalenti alla amicizia italiana ove questa venisse meno, l'atteggiamento dell' Inghilterra è · naturalissimo in ogni caso. Essa è interessata al successo della Lega a cagione dell'unico grado d'importanza che ha per essa la restaurazione della stabilità politica ed econo1nica in tutto il mondo ; vi è interessata come ogni nazione che capisce che il costo della Lega è minimo in confronto a quello d' una semplice guerricciola; e quindi prende la lega sul serio almeno nella misura in cui gli altri glie Io consentono. E volendo prenderla sul serio, come poteva astenersi dall'essere dello stesso parere di tutti gli altri firmatari del patto stesso e fare del suo meglio perchè la punizione della Grecia non diventasse una vendetta e una speculazione ? Doveva astenersene solo perchè era in gioco l' Italia fascista ? Se mai il suo .torto fu di essersi resa complice pur essa della nota del 13 settembre semplicemente per salvar la faccia dell'Italia e aiutare l'on• Mussolini a uscire, senza troppo discredito di fronte al suo paese, da un ' Bibtìoteca Gino Bianco '
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