la critica politica - anno III - n. 10 - 25 ottobre 1923

DOPO UN ANNO DI GOVERNO FASCISTA 405 teoria. La sua creazione veramente originai~ è quella Confederazione generale delle Corporazioni sindacali ·che sottopone ad una unica organizzazione e alla stessa disciplina lavoratori e datori di lavoro, operai e capitalisti. Ora questa specie di sindacalismo può esistere e resistere unicamente ad un patto : che gl' inevitabili contrasti di classe trovino nello Stato, nella ragione di Stato, l'organo superiore che li comprima e li concili. E tale è, infatti, la posizione che le Corporazioni sindacali hanno creato allo Stato fasci sta portato cos) ad affermare il suo diritto d' intervento, oltre che nell'economia, negli stessi rapporti sociali tra le classi-· Dopo un anno di Governo fascista le funzioni dello Stato, che secondo Mussolini (1) dovevano essere rivoluzionate in senso antistatalista, restano quali erano. Lo Stato non ha rinunciato a niente, mentre si · è preso qualche cosa in più. Si è preso, intanto, la libertà politica dei cittadini. Non è poco, e sarà la causa di ulteriori appetiti. La dittatura non può non vedere un pericolo, un'insidia in ogni forma di libertà. Tenderà per ciò a sopprimerla in ogni campo. È inutile pensare che a lungo andare ci liberi di qualche cosa. 1 La nazione potrà elevarsi, mÌgliorarsi, moltiplicarsi, unicamente il giorno in cui si sentirà alfine, padrona, di se stessa, delle proprie forze, arbitra delle proprie fortu~e. La ragione vera del nostro decadimento nazionale è che la Nazione non ha mai potuto riconoscersi nel suo Go-· verno. Al disopr_a della lotta attorno allo Stato dei partiti e delle classi, era il dissidio tra Stato e Nazione. La vittoria del Fascismo non l' ha superato nè colmato. Il dissidio. s'è anzi approfondito maggiormente. Il fascismo avrebbe potuto superarlo se avesse saputo dimenticare di essere un partito, se usufruendo di tutti i diritti che la vittoria gli davano per demolire (ed ecco il compito vero di una dittatura : brevissima, per essere utile) avesse lasciato che l'opera ricostruttiva uscisse dalla collaborazione di tutti. La sensazione di tale necessità l'ebbe; poi ha praticamente operato ad isolarsi. Ha voluto l'unanimità, ma pretendendo di raggiungerla con quegli stessi mezzi che, se gli furono utili per cons~guire la vittoria, non erano davvero adatti a determinare nuovi e larghi consensi. La Milizia non ha soppresso lo squadrismo. Nei tre quarti d'Italia - specialmente in quell'Italia rurale che ne è appunto la parte viva e sana - vige tuttora il regime della violenza, del terrore, della intimidazione per-· sonale. È stato un grave errore del fascismo quello di aver voluto sopprimere (dopo che Mussolini per un istinto di saggezza, dieci giorni dopo la ascesa al potere, aveva ordinato che dimissioni di pubbliche _amministrazioni non se ne dovessero imporre più ed accettare se imposte) le rappresentanze elettive nei Comuni, nelle Provincie, negli Enti di pubblica beneficenza, imponendo ovunque la dittatura di gente. altret- (1) In una intervista col corrispondente del Dayly Heralà durante il sub viaggio a Parigi qualche tempo dopo la marcia su Roma. ibnoteca Gino Bianco

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