436 LA CRITICA POLITICA una parte, quelli proletari dall'altra. (Tesi e risoluzioni del III. Congresso dell' Internazionale Comunista, dal 22 giugno al 12 luglio 1921 a Mosca). L'apparente prosperità produttiva, che cominciò nel 1920 diede al capitalismo la forza di ribattere il primo attacco del proletariato in molti paesi; •in Jugoslavia l'apparente, naturale prosperità e le condizioni generali determinano l'acutizzarsi del conflitto tra borghesia e proletariato. Quella parte dei comunisti, i quali ritenevano essere la rivoluzione sociale un processo breve e veloce e che credevano all'inizio del 1919 nella vittoria mondiale della rivoluzione nel corso di quell'anno, abbandonarono il P. C. appena rimasero delusi la prima volta. Non è dunque da meravigliarsi se ora accusano il partito da cui uscirono, per 'aver creduto in quella vittoria nella quale essi stessi finchè erano nel partito,. credevano : essi accusano le loro proprie illusioni. È comprensibile, di conseguenza che nel movimento siano rimasti soli quelli che non ebbero queste illusioni. . Perdendo quelle, gli uomini usciti dal P. C. per organizzare un par- ' tito medio - che poi dovettero liquidare per conto dei socialdemocratici - perdettero pure il senso della misura per valutare la situazione e ritornarono ai vecchi ideali del. riformismo, arrivando in ciò spesso più lontano di quanto fossero andati prima della guerra mondiale. Per concludere. La situazione del proletariato jugoslavo è in seguito a quanto ho esposto~ straordinariamente difficile. Il movimento operaio è frantu~ato ed incapace all'azione; le sole file tripartite, stanche, mentre lo spirito di lotta è depresso. Vi so'no tuttavia ancora condizioni che danno forza al proletariato,. che ingrandiscono la sua milizia e là indirizzano alla lotta. È anzitutto la legge ferrea della crisi finale del capitalismo, che darà e dà già nuovo impulso al moto delle giovani forze della classe proletaria. Quando tutte queste condizioni saranno maturate, non vi sarà forza alcuna capace di impedire la vittoria finale del proletariato. M. S. PIJADE AIUTATE /GIOVANI! Molti giovani in Italia hanno creduto sinceramente nel fascismo. Ora parecchi sono disorientati, abbattuti. Gagliardetti, camicie, cwndoli, galloni,. parate: tutta la coreografia con cui il Governo uscito dalla "marcia su Roma,, s'industria di tener sollevati gli spiriti di questi giovani non basta; inconiincia anzi a dare un senso d'insopportabile fastidio. Così non può durare al- /.'in/inito I La gioventù fascista cerca la sostanza delle illusioni di cui s'è pasciuta e per le quaii s'è posta al ciniento. Ma bisogna aiutarla. Ecco un ottimo momento per offrire a tutti i giovani disorientati e che non hanno rinunciato a fare qualche cosa di buono e di solido per il lf!ro Paese, elementi di riflessione e di studio politico, e cioè di p repar azione. Biblioteca Gino Bianco
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