la critica politica - anno III - n. 10 - 25 ottobre 1923

I PARTITI POLITICI NEL VENETO * * * 425 Il cataclisma del '19 e del '20 non solo non ha portato la rivoluzione immediata che tutti allora ne presagivano nei rapporti della proprietà fon- ' diaria, ma forse non ha nemmeno modificato profondamente le basi economico-sociali della situazione. Il dilagare delle idee estremiste e assai più di esse la rivoluzione monetaria non han fatto che inasprire la lotta in quella zona dov' essa era già assai viva tra braccianti e conduttori di fondi ; ma, quando se ne tolgano le finalità ultime assegnate alla lotta, non ne ha spostato i termini. In tutte le altre campagne del Veneto si è assistito bensì ad una furiosa concorrenza fra il partito socialista ed il partito popolare, erede e continuatore della azione dernocratica del partito clericale, per accaparrarsi il favore dei piccoli fittavoli, a cui l' uno prometteva la terra in proprietà, non si sa se individiduale o socializzata, mentre l'altro, molto più pratico e buon conoscitore della mentalità dei contadini, trovava il modo di annullare sostanzialmente, se non formalmente, il diritto padronale, imponendo la riscossione in danaro di tutti i fitti e limitandone la misura in modo ch'essa risultasse quasi sempre in- • feriore, anche in lire-carta, a quella dell'anteguerra. Ma in realt~ i due movimenti concorrenti, se crearono per due anni uno stato di disagio gravissimo in tutta la classe dei proprietari, non riusci1rono ad intaccare nelle sue basi il loro diritto sulla terra ed in modo che, arrestatosi nel '21 il processo della svalutazione continua e progressiva della 1noneta, prevalsa nel Partito Popolare la corrente più _temperata, richiamati i parroci di campagna ad un'azione meno sovvertitrice, sbolliti fra i socialisti gli entusiasmi per la Russia e le speranze in una rivoluzione troppe volte promessa, i rapporti fra contadini e padroni ricominciarono a farsi normali e nella maggior parte delle campagne del Veneto, tolta naturalmente la vecchia zona rossa, si ritornò all'individualismo ed alla indifferenza politica. Un mutamento profondo si compi invece, per cause che non hanno _ rapporto con la politica, nella zona di montagna, specialmente del Bellunese e del Friuli, dalla quale l' impossibilità di emigrare in Austria, riversò periodicamente sulla pianura veneta una massa rilevante di lavoratori, che per qualche tempo poterono trovare un impiego nelle ricostruzioni, ma che, nella incertezza e nelle oscillazioni di questi lavori, diventarono , una facile preda dei partiti, che promettessero un più valido appoggio . alle loro proteste ed alle loro aspirazioni. Nelle città infine in cui era 1nancato quasi del tutto, p~r la vicinanza del fronte, lo sviluppo delle industrie di guerra, il rapido ed effimero trionfo del socialismo, in forme del resto assai meno spinte e violente che in altre regioni o nella stessa campagna veneta, più che la conseguenza di una prof onda trasformazione sociale fu una manifestazione di mimetismo e di malcontento diffuso, derivante sopratutto dalla crisi mo- . netaria. Biblioteca Gino Bianco

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