DI QUA E DI LÀ DAL TEVERE 421 Costoro farebbero molto bene a rileggere il libro che, un tempo, fu messo .ali' index librorum prohibitorum, e perseguito d'9dio infernale da tutto il collegio dei gesuiti. Vero è che se Clemente VII, col suo breve del 23 agosto 1531, fulminava ta scomunica contro chiunque stampasse o vendesse il libro dettato da Satana, per contro Sisto V, il terribile papa marchigiano senza misericordia, ne imparava un estratto a memoria, meglio e con più fervore di una preghiera. Non per niente, però, il popolo romano, incitato e incoraggiato ~a preti; -frati e cardinali, cantava, dopo la morte del Pontefice senza pietà, per le vie dell'Urbe: È crepato papa Sisto Sia laudato Gestì Cristo l Non sappiamo se papa Sisto, di cui fu testè celebrato il centenario nella n1tiva Grottammare, prendesse il Segretario fiorentino alla parola. In tal caso non possiamo supporre davvero che cosa egli pensasse di consigli come quelli -che seguono : « Debbe, adunque, avere un principe. gran cura che non gli esca mai « di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità ; e paia, « a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, TUTTO •« RELIGIONE. E non è cosa più necessaria A PARER D'AVERE che questa ultima « qualità », cioè la religione. Parer d'avere: c'è tutto un programma in questi due verbi, che messer Nicolò ribadisce e spiega con una insistenza tutt'altro che occasionale, nelle parole seguenti : « A uno principe, adunque, non è necessario avere ttitte le so- <, prascritte qualità. Ma è necessario parere di averle ». • • E tuttavia nostro dovere completare queste sommarie note · in cui, più che un giudizio, deve ritrovarsi un semplice esame della situazione - aggiungendo che, se è vero che da parte di certi cattolici (non sappiamo se e da chi autoriz.zati o tollerati), si fanno voti per una intesa cordiale col governo fascista, per contro il Vaticano ha tutta l'aria, bene ostentata, di rimanere indifferente di fronte alla scoppiettante prosa del « Popolo d'Italia» in fregola di c~nciliatorismo. Detto giornale, recentemente, scriveva : « La questione Romana, che, negli anni recenti e specialmente durante gli ultimi mesi del pontificato di Benedetto XV (l'apostolo dell'ateismo ! N. d. a.) e l'avvento di Pio Xl, aveva tornato ad affaticare la mente di coloro che, spogli di ogni spirito settario; ne· auspicavano la soluzione nello interesse nazionale, fermo ed intangibile restando il diritto naiionale sancito dal plebiscito, SI ~ AUTOMATICAMENTE RISOLTA (sic f) per l'alto senno politico del Duce». Parole consimili, il 27 agosto u. s., stampava un foglio francese, il Journal, che, con una leggerezza sbalorditiva - la cui incomprensione delle cose nostre può essere attenuata solo dalla prosa su riportata del quo~idiano milanese - proclamava addirittura come un fatto compiuto l'intesa cordiale fra il Vaticano e il governo. L'Osservatore Romano, il 5 settembre successivo, mise bellamente le cose • ibJiotecaGino Bi·a·nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==