la critica politica - anno III - n. 10 - 25 ottobre 1923

..... 402 LA CRITICA POLITICA mentale del fascismo. Governo della capacità, governo delle competenze rappresentanza degli interessi: l'ordine nuovo che sarebbe uscito dalla rivoluzione - < una delle più grandi rivoluzioni compiute nei tempi moderni >, asserisce un ordine del giorno dell' ultimo Gran Consiglio fascista (1) - avrebbe stabilmente consacrato nella società i principii di un nuovo dir.itto pubblico e sociale. Il principio che le leggi debbono esser fatte < solo da quelli che hanno .la capacità tecnica di farle bene, ..dai veri competenti > trovò cos} larga illustrazione nel Popolo d'Italia, organo quotidiano del partito, e più dettagliatamente in Gerarchia, rivista mensile del Presidente del Consiglio. Un tal Mario Govi offrl addirittura uno speciale progetto di Stato epistemarckico destinato a div·enire < il miglior titolo di onore e di gloria per il fascismo > e a rendere < l' Italia lo Stato perfettamente e modernamente organizzato, modello a tutti -gli altri, ponéndola alla testa della civiltà politica> (2). Tutti questi arditi propositi che formarono argomento principale della letteratura e della rettorica fascista dei primi mesi sono andati rapidamente ammosciandosi e dileguando. Poichè oggi non se ne parla affatto, segno è che sono definitivamente tramontati. Non risulta però nemmeno che ne abbia preso il posto un disegno di ordinamento nuovo dello Stato, più pratico e cioè più vicino - alla realtà, che riesca a realizzare per quanto è possibile, nelle condizioni e nelle esigenze del nostro tempo, l' ide~le dello Stato. Tutto lascia supporre che il fascismo abbia rinunciato ad avere un disegno. Una caratteristica dei fascismo - nel periodo in cui era ancora movimento - fu quella di- una estrema mobilità d' idee, di programmi, di obiettivi. Ciò contribul assai al suo successo materiale (3). Disgraziatamente quella che fu qualità positiva allora, diventa qualità negativa oggi che il fascismo è al potere. Quando si sta costruendo si deve sapere cosa si vuole costruire e come : avere cioè presenti le grandi linee dell'opera da compiere. Non ci si può rimettere al caso, o prendere volta a volta consiglio dal mutare dell'atmosfera politica! Le dichiarazioni di Mussolini, all'indomani della marcia su Roma, furono in senso nettamente antistatale, antiburocratico, antirif ormista. C'erano dunque le grandi linee per un'~ione pratica di Governo. Ma Mussolini in politica non suole attribuire grande importanza alla coerenza. Può darsi che egli creda di non essersi allontanato da quelle dichiarazioni, e non ci meraviglieremmo affatto di riudirle dalla sua bocca. Siccome, però, è ai fatti che dobbia1no badare, ci è possibile affermare che tra questi e quelle non esistono relazioni di concordanza. E sono i fatti appunto che hanno già segnato ·al fascismo una strada destinata a condurlo v.erso risultati diametralmente opposti a quelli che affermava di voler conseguire (1) Nella seduta del 14 ottobre in Roma. Ordine del giorno per la celebrazione della < mar_ eia su Roma >. ·, • l • (2 ) Gerarchia, gennaio 1923. (3) Lo riconosce anche uno scrittore fascista, BOTTAI in Critica fascista, n. 8, pag. 149. ' Biblioteca Gino Bianco •

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