la critica politica - anno III - n. 10 - 25 ottobre 1923

.. . LO STATUTO DEL 1848. GIUDICATO DAI CONTEMPORANEI 415 , meµte,- la soluzione de' suoi probl'emi mediante un Governo costituito e controllato da tutti < coli' intervento di tutti gli elementi che compongono la Nazione. L'esclusione di un solo elemento costituerebbe a suo danno ingiustizia e tirannide>. Questa concezione d'un Governo formato e controllato da tutti per una patria che dev'essere di tutti, non per una fazione o per una classe - liberandola da tutti i suoi tutori, traditori o pretesi salvatori - attende ancora il suo momento risolutivo di iniziativa e di attuazione. Frattanto lo spirito di Giuseppe Mazzini può considerarsi esule ancora. • ARCANGELO GHISLERI Piccoli centri e agric9ltura I Noi crediamo che in Italia la base fondamentale della vita economica . sia l'agricoltura, e che dai progressi di questa dipenda essenzialmente l'avvenire della Nazione; crediamo che le forze sane d'Italia vadano ricercate più nei minori centri urbani che nei grandi centri. Modeste Banche popolari, modeste Casse di Risparmio, piccoli istituti locali accolgono i risparmii di migliaia e migliaia di cittadini, in modo che l'avvenuto crollo della Banca Italiana di Sconto e lo scossone del Banco di Roma, salvato per la terza volta dalla provvidenza, non hanno prodotto nessun reale e profondo turbamento nella vita bancaria italiana. Innumeri stabilimenti, disseminati nelle città minori e nelle borgate, occupano migliaia di , operai, con continuità e sicurezza di lavoro; e sommando la loro produzione e la loro potenzialità si giunge a cifre che superano di gran lunga la potenzialità dei grandi stabilimenti industriali. Rappresentando in un grafico da un lato i grandi stabilimenti (Fiat, Ansaldo, Terni, Ro1neo, ecc.) e dall'altro le modestissime officinette che impiegano meno di dieci operai si vedrebbe come queste ultime abbiano ben più decisiva importanza, sia per la produztone sia per il numero di operai occupati. Le mille Peretole d' Italia splendono meno dei grandi centri urbani, che riempono del loro clamore tutta la vita italiana: ma producono di più, ma accumulano tesori, che vengono troppo spesso sperperati nella Capitale, sia essa quella politica o quella morale. Queste constatazioni realistiche non vengono fatte nelle sfere dirigenti della vita italiana: la burocrazia dei Ministeri, dei Partiti e delle Banche, i letterati e i politici dei grandi giornali quotidiani, i deputati e i ministri agiscono quasi sempre come se la Provincia non esistesse, o meglio come se la Provincia fosse taillable à merci dalla Capitale, dal grande centro urbano, dalla grande Banca, dalla grande industria. Bisogna invece che l'Italia laboriosa e produttrice, l'Italia risparmiarice acquistino nella vita politica della Nazione nello Stato l'importanza -che hanno realmente: bisogna che pesino sulla bilancia politica tanto quanto valgono. Questo è il problema centrale della vita italiana. "blioteca Gino Bianco . . ..

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