la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

338 LA CRITICA POLITICA lismo, per la democrazia, per il liberalismo, come per il conservatorismo ; per il pacifismo come per il nazionalismo ; per la plutocrazia come per il sindacalismo operaio. Non è lo scopo del Pareto quello di stabilire un grado di preferenza o di merito per questa o quella formazione sociale o politica, per questa o quella teoria, per questo o quel gruppo sociale. Egli intende, invece, rimanere esclusivamente nel campo sperimentale, ricercare le relazioni tra i fatti sociali, portando nello studio della sociologia i mezzi d'indagine che furono tanto utili nello studio delle · altre scienze. 'La Sociologia potrà solo in tal modo diventare una scienza e il Trattato le ha fatto fare in tal senso un gran passo innanzi. Ma il successo dell'ultima opera paretiana è dovuto assai più all'abbo~danza degli elementi di critica della società e dei partiti e delle teorie maggiormente in voga che vi sono contenuti, che al suo valore strettamente scientifico. Si è detto che le note, abbondantissime, sono dell'opera la parte più interessante: senza dubbio ne costituiscono la parte più appetitosa. La verità è che molti si sono limitati a leggere quella e che parecchi i quali or s'attribuiscono il titolo di discepoli e continuatori del Pareto son ben lontani dall'averlo capito anche se per caso credessero di poterne usare i termini scientifici. Se Vilfredo Pareto avesse potuto leggere quello che di lui e della sua opera si è scritto nei giornali nell'occasione della sua morte, piuttosto che compiaciuto, sarebbe rimasto mortificato di essere stato a 75 aqni così mal compreso. E avrebbe sdegnosamente protestato contro tutti coloro che - sia pure per fargli onore - hanno voluto attribuire alla sua opera di scienziato una finalità politica o anche classista ( 1). Certo, non fu neppur lui uomo senza sentimenti, senza passioni. Ebbe le sue preferenze e le sue idee. Ma se anche queste finirono per condurlo e lo portarono a dare rilievo a certi fatti a preferenza su altri e ad attribuire a determinati fenomeni e a determinate tendenze un valore e un risultato per lo meno discutibili, occorre anche dir subito che lo ha assistito sempre la preoccupazione di conservare alle sue indagini il valore obiettivo che debbono avere tutte le indagini scientifiche. * * * Degli scritti del .Pareto i più discutibili sono quelli del dopo guerra. Sono anche gli unici nei quali la nuova situazione sia stata vista e capita. I socialisti hanno ragione di vedervi un atto di accusa per la loro politica, i fascisti possono pensare di trovarvi la giustificazione della loro condotta, ma i fatti son fatti e con essi Pareto si trova relativamente a posto. I (1) L'articolo più ingiusto su Pareto è stato scritto, però, da Arturo Labriola, nella Giustizia del 24 agosto : < Il successo dt Pareto >. È strano che un uomo di grande coltura, come il Labriola, mostri di essersi fermato, nella conoscenza dell'opera del Pareto, al Cours del 1897 e ad un opuscolo su gli avvenimenti d' Italia, del 1898. Una nota onesta e forse tra le più comprensive, in occasione della morte, l'abbiamo letta - sembrerebbe quasi impossibile! - sull'Avanti I (21 agosto). Biblioteca Gino Bianco

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