394 LA CRITICA POLITICA cui Mussolini tratta le questioni della nostra politica internazionale con qualche preoccupazione. Questi italiani - una parte cioè dell'Italia nazione, e l'on. Mussolini dovrebbe preoccuparsi di sapere se sia grande o piccola parte - non sono precisamente convinti che il loro paese - pur guidato da un go- . verno forte come quello di Mussolini e per quanto accresciuta, come si sostiene, nel prestigio dalle vittorie militari e dalla mutata situazione interna - possa urtarsi ieri con la Jugoslavia, poi con la Grecia, oggi coli' Inghilterra, domani con un altro . Stato, senza crearsi anche in Europa , • una posizione difficile, non scev~a di. pericoli. L'Italia - essi pensano - non è sufficientemente forte per fare da sè. Anche -crescesse in potenza assai di più, non potrebbe mai pensare di adottare per proprio conto quello eh~ fu una volta (e ora non lo potrebbe) il programma dell' Inghilterra, della splendid isolation. Bisogna guardare al domani. L'Europa è sempre un vulcano e dovunque è materia infiammabile capace di dare principio ad un nuovo incendio. Ed è necessario, è savia politica evitare, .. per quello che è possibile, di essere i primi a gettare l'esca incendiaria. Altresl occorre evitare di inipegnarsi troppo per troppo poco, cercando di farsi valere ~enza farsi toglier la mano sui grandi interessi fondamentali della politica europea. Non tutti sono, ad esempio, convinti che i risultati pratici rappresentino in confronto alle richieste e all;azione verso la Greci~ un successo completo per la politica dell'on. Mussolini. La domanda che costoro si fanno è questa: la politica estera dell'on. Mussolini è la migliore pèr l'Italia, è la più conveniente, è quella che può dare migliori frutti per l'avveBiblioteca Gino Bianco nire ? Il suo autore avrà senza dubbio tale convinzione. Ma certo gioverebbe assai a lui, e sopratutto a-li' Italia che egli vuole rappresentare e tutelare efficacemente nel mondo, che la politica estera non fosse per gl' italiani argomento tabù. Assai meglio che la stessa pubblicità negli affari della politica internazionale, giova che dei suoi problemi se ne tratti e se ne discuta largamente e liberamente. Nella situazione attuale dell' Europa nessun popolo può sentirsi estraneo alla politica internazionale del suo governo. Non è tanto la politica delle azioni ·particolari che interessa quanto invece l'indirizzo della politica generale, quanto sapere che cosa si vuole · .in Europa, se trovare con spirito di moderazione e di conciliazione l'assestamento degli Stati sulle basi dei risultati della guerra, oppure raggiungere colla guerra un nuovo equilibrio. E in ogni caso poggiare saldamente su alcune amicizie. Ecco due punti sui quali l'opinione di tutti gl' interessati (e cioè i cittadini, che sono poi la Nazione) può avere uno straordinario valore. E 1'/Iussolini dovrebbe lasciare che essi si pronuncino liberamente, se non altro per non correre il rischio e la responsabilità gravissima di condurre l'Italia dove non vuole andare. Una tassa abolita. Sono state stabilite nuove tasse ed imposte ; sono state successivamente aumentate le tariffe di alcuni servizi pubblici gestiti dallo Stato. Trattasi di necessità di bilancio sulle quali non si discute. Si potrà discutere sulla opportunità e sulla giustizia dell'una o. dell'altra nuova tassa od imposta - e noi l'abbiamo fatto per quella sui redditi agricoli e partico- . larmente sul modo della loro appli-
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