NOTE E COMMENTI 393 lendo però la proroga dei poteri dei Commissari regi fino a un anno, se le amministrazioni presenteranno manifestazioni croniche di disordine am- - ministrativo. La sostanza della riforma è che il potere centrale rafforzerà notevolmente - anzichè rallentare - la propria funzione di controllo e di vigilanza. Niente libertà, niente autonomia degli enti locali, le cui amministrazioni vedranno farsi più rigorosa e più grave l'azione di tutela e d' inceppamento dello Stato allo svolgimento della loro attività. Questo è il decentramento che il governo fascista si propone di attuare, decentramento burocratico puramente e semplicemente. Quasi non bastasse la burocrazia del centro si creeranno nuovi organi burocratici e si rafforzeranno quelli esistenti. Si avranno così, oltre ai Ministeri di Roma, tanti piccoli Ministeri per ogni provincia. I ruoli organici delle Prefetture e delle sottoprefetture dovranno essere rinsanguati di nuovo personale, col risultato inevitabile - sventura somma - di un aumento di personale burocratico che non potrà essere mai compensato dalla riduzione ~i personale al centro, e cresceranno di conseguenza anche gl' ingranaggi della complicata e rugginosa macchina amministrativa. Attendiamo il testo del progetto governativo e allora - si capisce - ne riparlemo. Disciplina nazionale e politica estera. Quando la patria è minacciata da un pericolo esterno, o è ferita nella sua dignità e nel suo onore, non esistono più divisioni di parte. Non debbono esistere. Oltre che essere un dovere, l'unità spirituale della nazione è in quel momento una necessità. Ogni divisione tra cittadini dipende sempre da un dissenso sul • iblioteca Gino Bianco modo di amare il proprio paese e di meglio giovargli. Ed è destinata a cessare nel momento in cui dalla divisione· di opinioni tra cittadini - comunque e in qualunque forma si manifesti il contrasto - la patria ha tutto da perdere, nulla da guadagnare. Cos) è stato per l' Italia per l'azione di protesta contro l'eccidio della nostra Missione militare a J anina. E l'on. Mussolini ha ragione di compiacersene - come capo del governo - di fronte all'estero nelle sue dichiarazioni alla stampa. Ha torto, però, se, come sembra, ne trae la conclusione che non ·esistono in Italia dissensi o riserve sulla sua politica estera, e che sul modo di considerare la posizione dell'Italia nei confronti degli altri Stati e i problemi della politica europea, tutti gl' italiani non abbiano che un'opinione sola, l'opinione dell'attuale capo del governo, dell'on. Mussolini. Sì, le opposizioni tacciono quasi tutte, perchè sono state fatte tacere, perchè oramai di tutta la stampa italiana i giornali che non siano legati alla politica del governo e non ne ripetano il verbo ciecamente, pappagallescamente, si contano appena sulle dita di una mano. Sì, è vero, voci di aperto dissenso non si odono, e • quei pochi che ardiscono esprimere un pensiero diverso da quello che si suppone essere il pensiero del capo del partito dominante, lo fanno molto velatamente, con grande circospezione. Sì, chi legge i nostri giornali, non sente che voci forti. Evidentemente vi sono alcuni giornalisti irresponsabili che esagerando nel tono credono di far cosa gradita al Presidente del Consiglio. Ma gl' italiani non sono tutti convinti che il tono forte sia sempre il migliore e una parte di essi guarda alla maniera con I ...
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