• NOTE E COMMENTI La riforma amministrativa. Non si può negare che il fascismo da che trovasi al governo dello Stato stia mutando molte cose. Le linee della riforma non si vedono ancora ' ma la riforma e' è. Lo si vedrà appena i ricostruttori potranno riposarsi dalle loro fati che e dire : è finito. Potremo allora contemplare il nuovo edificio • nell'armonia delle sue linee, nella solidità della sua costruzione. Per ora dobbiam~ contentarci degli assaggi, dei tentativi, delle intenzioni. Nulla v'è di definitivo. Si è in via di modificazioni continue. Intenzioni ' progetti, disegni sono soggetti a successive e frequenti modificazioni. Verso il meglio, naturalmente. E chi ne potrebbe dubitare ? Ci proponiamo 'i fermarci un giorno, appena sarà possibile farlo, a misurare la distanta che passa tra il punto di partenza e il punto di arrivo e ad esaminare tutte le vie che sono state percorse. Ogii la nostra attenzione si ferma su a riforma spesse volte annunciata e concretata oramai nei suoi particola1i se il Consiglio dei Ministri ha potuto esaminarla• e discuterla. Di essa conosciamo solo la illustrazione eh<:ne ha fatto il suo gerente responsabile, l'on. Acerbo, la quale se non confente un giudizio sulle modalità e sui particolari - che possono alle volte avere valore di sostanza - consente però un primo giudizio d' insiemt. Alla questione dell'ordinamento amministrativo va attribuito un valore capitale. È il più u~gente di tutti i nostri problemi. È anzi il problema ·b.liotecaGi o Bianco stesso dell'ordinamento dello Stato. Risolvere quello non si può senza questo e il modo di soluzione dell'uno decide del modo di soluzione dell'altro. Le nostre idee in proposito sono note. Inutile quindi ripeterle. È anche giusto riconoscere che in Italia era fino a ieri generale la convinzione che il problema dell'ordinamento della pubblica amministrazione fosse fondamentale. Sulla necessità di risolverlo non si discuteva più: rimaneva in discussione il genere della riforma. Il governo fascista si accinge adesso a risolvere. Come ? Tentando una conciliazione tra le esigenze del decentramento, e cioè della semplicità e della scioltezza degli organi amministrativi, e le esigenze della ragione di Stato; una conciliazione, come si vede, impossibile. Giorno per giorno il fascismo al potere rinnega le sue premesse e le sue promesse. Chi prendesse in mano il suo programma di due anni fa si troverebbe assai imbarazzato a riconoscere nel compilatore di quel programma il capo del governo di oggi. E dalle affermazioni fatte dal Mussolini nel primo periodo della sua ascesa al potere e' è da rite- • nere che egli fosse sin·ceramente avverso allo statalismo, allo strapotere della burocrazia e convinto della necessità di dare alla vita locale e alla iniziativa dei cittadini un sufficiente respiro. Per la Sardegna il suo rappresentante autorizzato, generale Gandolfo, è andato più in là promettendo l'autonomia amministrativa e in alcuni casi anche legislativa 1 Senonchè la volontà del partito d' im-
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