388 LA CRITICA POLITICA per _volta, le leggi - dapprima preparate e studiate dall'assemblea legislativa o dai ministri - han finito per esser fatte in grandissima parte dai burocrati dei Ministeri. La burocrazià si è est~sa e ingigantita, si è stretta in organizzazione, ha costituito una specie di Stato nello St~to. Si è compiuta,. in altri- termini, una tranquilla usurpazione di funzioni di governo da parte dell'alta burocrazia centrale; onde l'on. Raimondo, in un suo celebre discorso parlamentare, che a Montecitorio suscitò molto scandalo perchè rivelava alcune verità che non si volevano confessare, affermò che il Parlamento vota ma non fa le leggi. Le esigenze parlamentari, d' altro lato, si son ripercosse in maniera nefasta sul bilancio statale. Nel compilarlo, la Ragioneria Generale del Regno finiva con l' adattarsi, appunto, a codeste esigenze, onde ormai da molti anni la sincerità e la chiarezza del nostro bilan.cio son messe in dubbio o addirittura negate. In un lungo discorso pronunciato alla Camera nel 1913, l'on. Sonnino denunciava - con la ·competenza che, in materia gli era generalmente riconosciuta - che il Parlamento si curava pochissimo di eser- - citare un èfficace e tempestivo controllo s_ullaspesa; ma che, qualora anche si fossè di ciò preoccupato, si trovava nell'assoluta impossibilità di assolvere il suo mandato. Infatti, la vera natura del bilancio di competenza era stata alterata, si facevano figurare come reali gli avanzi di bilancio, mentre in tutto· o in parte non erano veri; si conduceva lo Stato ali' indebitamento progressivo per i molteplici conti correnti aperti con la Cassa Depositi e Prestiti. Queste le critiche di Sonnino. Così, le due più alte mansioni del Parlamento - la preparazione delle leggi e il controllo sulla spesa - perdevano- ogni effettiva importanza. E frattanto la sua indipendenza di giudizio veniva giorno per giorno insidiata. Sorta la grande industria, i suoi rappresentanti giungevano in Parlamento sempre più numerosi ed agguerriti ; e vi giungevano, naturalmente, per di- . fendere e tutelare gl' interessi dei gruppi che li spingevano sù. L'ultima prova ce l'ha offerta or ora la discussione per le nuove tariffe doganali. Vi sono stati deputati che hanno sostenuto apertamente la p~otezione per la propria industria. Trenta o quaranta interessati, fatti eleggere. in due elezioni successive pretendevano aver nelle mani la intera preparazione della nuova tariffa. Infine, per anni ed anni, si è assistito al fatto che ferrovieri, postelegrafonici, impiegati d'ogni genere s'imponessero al Parlamento con gli scioperi,· conseguendo aumenti di stipendio e migliora1nenti di carriera che il Parlamento non riconosceva per giustificati. A tanto eran ridotti in Italia, gli organil rappresentativi. Il processo di decadenza, di svalutazione, di dissolvimento non poteva essere più completo. * * * Ma accade un fatto curioso. Tutti riconoscono per vera questa inguaribile malattia del nostro regime parlamentare, ma tutti dicono che, negli altri paesi il Parlamento fu11:zionae non si è sentito il bisog-no di sostituirlo. Bisogna mantenerlo così come è anche in Italia, cercando di ri_nsanguarlo e purificarlo, con una specie di pronta ed energica cura Voronoff applicata Biblioteca Gino Bianco
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