la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

.. • Il Mezzogiorno e l' accentramento statale Con questo titolo l'editore Cappelli di Bologna ha licenziato dalle stampe un utile volume del nostro collaboratore, Michele Viterbo, dalla introduzione - per concessione dell'autore - riproduciamo il capitolo che segue• Quando, anni addietro, a proposito del cosi detto < carbone bianco > della Calabria, si giungeva a fantasiose conclusioni che sapevano di gioco di prestigio, altro non si faceva che seguire il metodo di Petruccelli della Gattina. Ma un metodo del pari errato, e forse ancora più pericoloso~ era quello dell'opposta tendenza, che raffigurava il Mezzogiorno come seppellito sotto la cappa di piombo del sµo clima e della sua arretratezza, se non, finanche, di un certo atavismo semi-barbarico dei suoi abitatori. Fandonie le - une, fandonie le altre. Tucidite fa dire a Pericle: < non il paese fa l'uomo, l'uomo fa il paese >. Con questo non si afferma che si possa interamente prescindere dalle condizioni di vita offerteci dalla natura che ci circonda. Ma è evidente, come osserva Treitschke, che con la sua attività incivilitrice l'uomo può anche in. certo modo trasformare il suolo, mutare svariatamente e spesso radicalmente il carattere delle regioni da lui abitate : cioè che, < investigando il modo come le stesse condizioni naturali operano nella storia, non si va mai incontro ad un semplice ergo ma ad una continua azione di reciprocità svolgentesi tra la natura e l'uomo > (1). Siffatta azione di reciprocità h~ creato in fondo la fortuna di tutti i paesi, comprese anche molte zone dell'Italia meridionale; e nell'ultimo cinquantennio ha, p. es., risuscitato a nuova vita, ad opera dei rneridionali le immense f azendas dell'America del Sud. Niente di fatale pesa dunque sul Mezzogiorno, che è in via di trasformazione e procederà ininterrottamente su questa strada, perchè dispone di uomini di vigorosissima resistenza fis'ica e morale, lavoratori infaticabili, e, starei per dire, prodigiosi. < Il Mezzogiorno d'Italia - diceva il Senatore americano Cutillo, che aveva veduto ed ammirato l'opera degli emigranti meridionali negli Stati Uniti - ha un fattore che, io credo nessun paese del mondo abbia: il popolo. Nessun popolo può pareggiare con quello del Mezzogiorno d'Italia per resistenza al lavoro, per intelligenza, abilità e sovratutto per bontà. Quèsto popolo laborioso, bene organizzato, ben guidato nelle conquiste della pace e del lavoro, del commercio e dell'industria non potrà non dare grandi risultati >. La verità è che le due ltalie, la superiore e l' inferiore, non si sono an~ (1) Cfr. ENRICO TREITSHXE: La Politica. Laterza, Bari, 1918,Voi. li, libro Il. Biblioteca Gino Bianco

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