L'ASSOCIAZIONE JUOOSLAVA MUSSULMANA · 377 Molte persone criticano il fatto che i mussulmani della Bosnia e della . Erzegovina si sono raggruppati in un partito politico e che ad esso abbiano dato un carattere religioso. Cos} parlano coloro che non conoscono abbastanza bene le condizioni, in seguito alle quali la nostra associazione è sorta e s' è sviluppata. Sebbene, appena creato il nostro Stato, i fattori competenti avessero proclamato il principio della completa eguaglianza di tutti i cittadini senza differenza di fede e di razza, e· sebbene questo principio sia stato più tardi anche fissato nello statuto votato dalla Costituente, abbiamo dovuto constatare che questo principio non valeva per noi. Nè la vita, nè gli averi, nè la libertà personale e nemmeno la fede religiosa dei mussulmani sono state, e non lo sono nemmeno oggi, difese come lo dovrebbero essere in uno Stato legalitario. Questi furono i n1otivi principali della creazione del nostro partito nel1' anno 1919, e per questi stessi motivi esso esiste ancor oggi in tutta la sua forza iniziale. La difficile crisi interna, che attraversò l' anno scorso, non ha indebolito la sua forza; fatto questo che si potè constatare meglio nelle ultime elezioni per il Parlamento Nazionale. Nelle elezioni per la Costituente esso riportò 110.000 voti, ed in quelle del 18 marzo u. s. 112.000. L'Associazione Jugoslava Mussulmana lotta in prima linea per il riconoscimento legale dell'eguaglianza e della parità di diritti, per la buona e ~ l'onesta amministrazione del nostro Stato, e per la severa applicazione della • legge per tutti i cittadini. Essa domanda che tutti in egual misura sopportino gli oneri ed i doveri per la nostra unità statale. Non basta che nello Statuto e nelle leggi dello Stato si proclami l'eguaglianza di tutti i cittadini, ma occorre ch'esse vengano praticate sempre e in tutte le branche della vita statale. Noi pensiamo che ci avvicineremo molto allo scopo che noi perseguiamo e nel qual~ non c'è nulla di specialmente mussulmano, quando il nostro Stato sarà organizzato in modo che ogni regione abbia un' autonomia quanto più larga possibile. Con questo programma parteciparono alla Costituente anche i 24 deputati del nostro partito. Ma quando abbiamo visto che nella Costituente non si poteva avere una maggioranza per l'ordinamento dello Stato secondo questi principi, rimandammo questo punto del nostro programma a tempi migliori, e tentammo di attuare gli altri postulati contenuti nel nostro programma. La collaborazione d' un anno col governo della coalizione radicale-democratica; assieme con la quale abbiamo anche votato lo Statuto di S. Vito, ci portò ad un'a1nara delusione, e ci costrinse a ritornare al nostro vecchio programma sull'ordinamento interno del nostro paese. E se oggi domandiamo l'autonomia della Bosnia e della Erzegovina, non lo facciamo per nessuna speciale ragione di Stato, ma soltanto perchè durante un anno di collaborazione col governo radicale-democratico sulla base dello Statuto centralista di S. Vito, abbiamo rafforzato il nostro pensiero iniziale, cioè che i punti fondamentali del nostro programma sulla giusta e verace eguaglianza e sul buon governo, si possono raggiungere soltanto con l'ordinamento statale da noi proposto. Soltanto la più larga autonomia delle regioni ci' può salvare dall'invadenza di Belgrado e dal malgoverno che ci importano, specialmente in questo ultimo tempo, dalla Serbia impiegati incapaci e non qualificati, cominciando iblioteca Gino Bianco
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