LA CRISI JUGOSLAVA 371 del regno S. H. S. di· cui la Croazia è parte integrale ; ugualmente è di- , sposto ad approvare i regnanti Karageorgevic : esige però formalmente che la Jugoslavia sia ricostruita su ·principi federalistici, e che, nella federazione, tutti i paesi del regno siano uguali completamente nei diritti e godano della più larga autonomia. Il governo contrale non curerebbe che la politica estera, la guerra, le· finanze ·comuni e gli affari più importanti aventi carattere generale. Ma prima di concludere un accordo qualsiasi, in colloqui con Pasic, egli impose tre condizioni al governo : I) Cambiamento radicale della politica in tutte le provincie recentemente annesse, cioè, non solo in Croazia, Slovenia e Bosnia ma anche in Macedonia e nel Montenegro ; non più violenze, persecuzioni, arbitri ; 2) Istituzione d' un governo locale e .sostituzione di tutti i funzionari dell'amministrazione e della polizia con gente del paese che ben conosce la regione e gode della stima e confidenza di tutta la popolazione; 3) Intangibilità dei popoli ed indivisibilità del loro territorio. Quest' ultima clausola era causata dal tentativo di Pasic di togliere qualche cantone del sud alla Croazia p. es. quello di Svem, per unirli alla Serbia. Noi, mi diceva Radic, siamo pronti a degli accordi, se le nostre prin- • • cipali rivendicazioni, sono raggiunte. Accettiamo lo Stato Jugoslavo quale è attualmente ma noi vogliamo ch'esso sia la nostra casa e non una prigione. Siamo dei federalisti convinti e non rinuncieremo mai a questa rivendicazione. COSA DICE IL CAPO DEI MACEDONI Alexandrof, il capo dei Macedoni, con il quale mi si aveva concesso un' intervista in una capanna sperduta nelle montagne della Macedonia, non è un politico cosl fine e provato come Radic. Dall'età di 42 o 43 anni, dal viso abbronzato, magro, incorniciato da una barba nera, la figura intelligente, gli occhi piccoli ma brillanti d'entusiasmo e di confidenza nel suo buon diritto, irrequieto, energico, Alexandrof, è piuttosto un capo militare che un politico. < n· nostro ideale - mi ha detto - è la Macedonia indipendente nelle sue frontiere del 1922. Comprendiamo però che nelle condizioni attuali ciò sia difficile a realizzarsi. Siamo pronti a appoggiare l'autonomia della Macedonia intiera, cioè, della Macedonia serba e greca, in seno ad una Jugoslavia ricostituita su principi federali. Non domandiamo che una cosa : godere del medesimo diritto delle altre parti della Jugoslavia. L'organizzazione è pronta a rinunciare ai suoi metodi rivoluzionari di lotta per usare dei metodi legali di partito se si formasse un gabinetto Pasic o Davidovic-Radic. Che si dia al paese un' amministrazione onesta, che i Serbi mettano fine alla loro politica, eh' essi -cessino di chiudere le scuole e di perseguitare i nostri preti ed i nostri \ Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==