la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

.364 LA CRITICA POLITICA piuttosto legalmente. Sotto la dominazione austriaca, la popolazione s'era .abituata al regime costituzionale ed ai metodi legali della lotta politica. È naturale che già dagli inizi, i Croati avessero tenuto i Serbi in· sospetto, e i Sloveni, ferventi cattolici ed i Bosniaci, musulmani zelanti, so- -spettassero altrettanto i Serbi. Nè i primi, nè i secondi, no~ più che gli ultimi (quantunque i Bosniaci siano d'origine serba), nutrivano simpatia particolare per i Serbi, e se non protestarono risolutamente per la loro incorporazione nella Jugoslavia, fu perchè essi immaginava·no che i Serbi meno numerosi e meno forti che gli Ungheresi o i Tedeschi, sarebbero stati meno pericolosi e che conseguentemente sarebbe loro più facile, nell'ambito della Jugoslavia, il difendere l'indipendenza nazionale, la cultura e la autonomia. Gli uomini politici serbi, che non potevano ignorare l'anima dei ·Croati, degli Sloveni, dei Bosniaci, ecc., non avrebbero .dovuto toccare -che cori un'estrema prudenza le istituzioni, i costumi e la coltura ,delle provincie recentemente annesse alla Serbia ; essi avrebbero dovuto mostrarsi prudentissimi nella scelta degli amministratori e dei metodi d'amministrazione. Avrebbero dovuto affezionarsi queste provincie con il ri- _ spetto delle loro particolari attitudini e con la nomina ai posti d'amministrazione, d'uomini di una onestà irreprensibile, colti e invasi dal sentimento della legalità. Sfortunatamente, già dall'inizio, gli uomini di Stato serbi hanno istituito un'altra tattica, quella del popolo dominante, del popqlo maestro, che solo ha il diritto di governare tutto lo Stato. I Serbi s'attribuirono l'egemonia su tutta la Jugoslavia, e cominciarono a governare le nuove provincie, -come paesi conquistati. La nuova costituzione (chiamata la costituzione di S. Vito, dal nome del giorno in cui ella fu votata) votata da una co~Iizione. di radicali (Gruppo Pasic) e di democratici serbi, ha fatto della Jugoslavia uno stato centralizzato ed unitario. La dieta croata fu sciolta, le libertà locali abolite e la Jugoslavia intiera cominciò ad essere amministrata da Belgrado. Dappertutto, ai principali posti d'amministrazione e militari, furono nominati dei funzionari serbi, originari del vecchio regno. La polizia, le finanze, l'amministrazione locale, tutto passò nelle mani dei Serbi. Ma siccome l'educazione politica e ·1a coltura dei Serbi sono ben inferi ori a quella dei Croati e degli Sloveni, ne risultò che un popolo molto meno colto s'incaricò d'amministrare dei popoli più sviluppati politicamente e più istruiti. I funzionari serbi portarono dalla Vecchia-Serbia dei metodi d'amministrazione puramente balcanici. Con terrore della popolazione, si vide sostituire funzionari corretti, coltissimi, onesti e leali con gente rozza, arrogante, poco colta e spesso venale, per la 1 ·quale, la legge e la legalità non erano che delle vane parole. I funzionari serbi si mostrarono arroganti, poco trattabili; essi istituirono nella Croazia, nella Slovenia, nella Bosnia, il regime dell'arbitrio e della violenza, e, cosa inaudita e sconosciuta prima in queste contrade, • Biblioteca Gino Bianco

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