la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

360 LA CRITICA POLITICA per la democrazia, s' è levato a protestare contro questa troppa f a~ile filosofia politica, contro. questo volgare trapasso dei valori filosofici nella finità della realtà empirica. Riportiamo un passo molto chiaro e filosofico di quanto scriveva qualche mese fa nella sua rivista : ~ In fondo, si tratta di un bisticcio di termini, di una grossolana confusione. La teoria idealistica della realtà e della storia, poichè è dialettica, è liberale e riconosce, con la necessità della lotta, l' ufficio e la necessità di tutti i più diversi partiti e degli uomini più diversi. Questa teoria esclude, in quanto teoria, le altre teorie diverse ed opposte, e, per esempio, quella cattolica e quella democratica o comunistica, che entrambe pongono a misura della storia non la storia stessa, ma un ideale trascendente, un paradiso in cielo o in terra, e perciò sono incapaci di comprendere la vita umana, che in esse si configura o come pellegrinaggio . con l'occhio intento al cielo attraverso una valle di lacrime, o come·una serie d'irrazionalità e d'errori che debbon metter capo a una ~ definitiva razionalità, un correre affannoso eh~ si a_cqueterà in una stasi. Ma la teoria dialettica o liberale della storia se, combattendo le diverse ed opposte , teorie, combatte la teocrazia, la democrazia o il comunismo in quanto teorie, come partiti ossia come fatti politici non li combatte, ma li abbraccia e li comprende in sè; e abbraccia e comprende in sè, cioè abbassa sotto di sè, anche il cosidetto partito liberale, come partito tra i partiti, momento· tra i momenti dello svolgimento storico. < Alla vanitosa prosunzione di possedere la verità politica bisogna sostituire negli animi è u~ile coscienza di rappresentare la ·parte che la voce interiore ci comanda di rappresentare nel dramma del mondo : la parte che non è il tutto e sa di non essere e non vuol essere il tutto, ma sa insieme di essere indispensabile al tutto e in questa consapevolezza attinge la propria dignità~- ( Critica, marzo, 1923). La critica meriterebbe su questo argomento di svolgersi molto ampia, ma non è qui il caso nè il luogo di condurla a fondo ; basterà l'accenno che ne abbiam dato, se ha servito a far comprendere il carattere di questa rimessa a nuovo del liberalismo ed in ispecie, di questa rivolta, si può quasi chiamare, contro la democrazia. Il nuovo verbo antidemocratico vorrebbe bene attingere _alleprofonde chiare acque del pensiero filosofico, ma è piuttosto costretto a mascherarsi sotto grossolani sofismi. La teoria politica liberale, com' è predicata, non l'idea filosofica liberale, se mai trovassè attuazione nella pratica, riuscirebbe veramente la più storica d'ogni altra teoria e, sopra ogni altra, raggiungerebbe una ·indubbia posizione di superiorità ; ma essa appunto non trova, nè potrà trovare incarnazione in una organizzazione politica, poi che il partito che se ne fregia del nome, non può essere che il partito conservatore o, in peggior caso reazionario, che costituisce pure il necessario contrappeso del rivoluzionarismo. Anch'esso non pone a misura della storia la storia stessa, ma proprio un suo ristretto· ideale trascendente, il paradiso in terra per Biblioteca Gino Bianco

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