354 LA CRITICA POLITICA siero, commise sin da quel giorno ai ministri di apparecchiare un disegno di statuto ; egli cercò forza al gran passo nella meditazione e nella preghiera; il buon vescovo di Vercelli, Augennes, pensò a vincerne lo scoramento e li scrupoli religiosi >. Aveva condannato pochi giorni prima degli ufficiali per aver gridato < Viva l' Italia > : or si preparava allo Statuto come se andasse alla morte, scrisse il Cattaneo. < Meglio avrebbe adoperato Carlo Alberto - osserva un altro storico a non aspettare che gli fosse domandato. Fu invece preceduto dagli altri Principi ; preceduto perfino dallo Stato Pontificio anche nell'adozione del tricolore. < Alla pubblicazione dello Statuto (in Roma) tenne subito dietro il decreto, pel quale la bandiera pontificia dovesse fregiarsi del segno tricolore : non senza meraviglia· che il papa accettasse quella mostra avanti che il granduca di Toscana e il rs di Sardegna l'avessero accettata, se non si sapesse che di queste cose erano autori i suoi novelli ministri_: la più parte de' quali desiderosi che lo Stato si rinnovasse, traevano il cedevole spirito di Pio IX a consen- - tire quel ch'è non avrebbe nè per proprio, nè per altrui consiglio voluto >. (FERD. RANALLI : Le istorie italiane dal 1846 al 1853, voi. I, pag. 359 e 412. Firenze, Le Monnier, 1858). A. GHISLERI ALLA SCUOLA DELLA DIGNITÀ Il fatto non rimonta ai tempi del servilismo giolittiano, ma a giorni fa, e non si è svolto in un'officina o sull'aia tra i cafoni del Mezzogiorno, ma in una nostra Università, non importa quale. Un Prof essore, nemmeno importa quale, venuto ad esaminare, per un concorso, dei maestri, educatori, com'è risaputo, dei nostri figli, tenendo crocchio prese a parlare di fascismo o di Gentile fascista, nonchè dell'efficacia educatrice del manganello, cui Gentile porta tutto il conforto e la sanzione del pensiero neo-hegeliano. Ma poichè queste parole non sembravano soverchiamente ortodosse, i nostri educatori cominciarono a guardare ai numerosi distintivi fascisti di cui i più di essi stessi erano adorni, e poi a guardarsi in faccia, non sapendo proprio che faccia fare. L'altro, il Professore, osservò allora che da qualche mese a questa parte quei tali segni vistosi alle giacche erano diminuiti di numero e così chiese loro scherzando fino a che epoca credevano di doverli portare. "Ma non li vogliamo portare noi! ,, E cosi i numerosi distintivi fascisti furono gettati a terra. Nessun commento, nè per i maestri educatori, nè per il Ministro educatore. L'OSSERVATORE Biblioteca Gino Bianco
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