la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

• Lo Statuto Piemontese del 1848 giudicato dai contemporanei II. L'UNIONE COI LOMBARDI E LA COSTITUENTE È noto che per le mene dei noQili del Governo Provvisorio seguito alle Cinque Giornate di Milano - i quali invece di intensificare gli approvvigionamenti per l'esercito e l'inquadramento dei volontari per la guerra, tendevano a disarmare il popolo, che aveva cacciato da sè il Radetzki, per darlo in balla della Corte Sabauda - .fu intempestivamente provocato, con decreto 12 maggio 1849, il plebiscito per la fusione col Regno. Sardo. Vero colpo di Stato, che nelle retrovie della guerra, sabotava la guerra medesima sollevando le diffidenze dei popoli e la gelosia de~li altri Principi, che, in un primo momento, alla guerra d' indipendenza (contro l'Austria) avevano aderito inviando loro truppe (come f ecero il Re di Napoli e il governo di Pio IX) verso la Valle del Po. A illudere, e ad attenuare nella parte democratica, i legittimi risentimenti contro quell'atto arbitrario, fu condizionata la fusione alla convocazione di una Costituente, da convocarsi col mezzo del Suffragio universale, per discutere e stabilire le basi e le forme di una nuova Monarchia costituzionale - vale a dire di un nuovo Stat~to, tanto pareva deficiente quello Albertino. E la condizione veniva tassativamente accettata nel testo della Legge votata dal Parlamento Subalpino e sanzionata dal Re, dal Quartier generale di Roverbella, in data degli 11 di luglio 1848. Il Marchese Vincenzo Ricci, allora ministro dell' Interno, firmava quel decreto ; il conte di Cavour pubblicava nel Risorgimento una serie di articoli dell'abate Rosmini a istruzione dei futuri deputati della Costituente ; nello stesso Senato il senatore Giovannetti, relatore del progetto di Legge suaccennato, inneggiava alla Costituente, e al suffragio universale, dichiarandolo < il mezzo più proprio per santificare l'opera (patrioti ca) con quel popolare battesimo che dà somma efficacia alla deliberazione presa in nome dell' interesse del popolo >. E il Senato adottava con 35 voti su 37 la Costituente e il Suffragio Universale. Ma di tuttti i discorsi pronunciati in BibliotecaGino Bianco

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