la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

LOTTA O COLLABORAZIONE DI CLASSI 347 ... a migliorare la produzione sono stati finora la resistenza operaia e la libera concorrenza. Disciplinate e irregimentate la prima ; costringetela entro una solidarietà innaturale con le organizzazioni padronali, e vi avvierete rapidamente verso una forma di associazione coattiva del lavoro, che renderà impossibile anc~e la libera concorrenza. ' La lotta di classe potrà offrire di tratto in tratto occasione ad eccessi ed a violenze ; potrà costituire uno spauracchio con le finalità rivoluzionarie _ed espropriatrici che ad essa si attribuiscono; ma nella sua essenza e col suo funzionamento normale nessuno può disconoscere che essa ha rappresentato per industriali ed agricoltori uno stimolo poderoso per abbandonare la vecchia routine e trasformare e innovare i loro impianti. In questo senso la lotta di classe non solo rappresenta una fatale necessità del regime capitalistico, ma finisce per esserne un correttivo benefico, che giova da ultimo al suo stesso progresso. GINO LUZZATTO • DA UNA TIRANNIA ALL'ALTRA . Si continua a far la critica del Parlamentarismo. " Sotto l'ingannevole etichetta della libertà, vigeva la peggiore delle tirannidi"' scrive uno storico fascista. Che fosse proprio la peggiore è discutibile. Ora sarebbe anche possibile dimostrare che non era precisamente la peggiore. Esiste, e può esistere, di molto peggio. Tuttavia non era la libertà e meno ancora la sovranità del popolo. E siccome questa conclusione può considerarsi come pacifica è inutile insistervi adesso che.... la tirannia parlamentare è finita. La discussione da . /are è piuttosto se ciò che l'ha sostituita rappresenti un miglioramento. Col sistema parlamentare e l'accentramento e l'intervenzionismo statale era possibile ad alcuni gruppi più attivi e meglio coalizzati impadronirsi dello Stato e servirsene ai proprt fini. Col sistema nuovo accade lo stesso, con una sola differenza : che prima il mutare del risultato poteva cambiare la posizione e il genere dei gruppi prevalenti e che ora invece si avrebbe la stabilità dei gruppi prevalenti. 1 quali naturalmente - come nel regime parlamentare - non rappresentano affatto un ideale politico puro, ma interessi che vogliono servirsi dello Stato - per quello che lo Stato rappresentà nell'attività economica e sociale del paese - a proprio profitto esclusivo. Sarebbe, a questo proposito, da vedere se il successo del fascismo non sia precisaoiente il risultato dello sforzo che determinati interessi - in contrasto con altri, particolari e generali - hanno fatto per conseguire una posizione di prevalenza stabile e se non sia la preoccupazione di conservarla tale a determinare tutta la politica del fascismo. Bibliotec·a Gino Bianco

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