346 LA CRITICA POLITICA Se dunque alle parole < collaborazione di classe > si deve dare un contenuto concreto, se con esse si deve intendere una forma nuova di organizzazione che elimini i conflitti e renda possibile l'accordo fra capitalisti e salariati, non è possibile pensare che ad associazioni di classe subordinate ad un potere superiore, che è la Chiesa per i cattolici, lo Stato per i fascisti. Dopochè il Partito Popolare ha ceduto anch'esso alla corrente ed ha fatto nel 19 e nel 20 la sua brava lotta di classe, rinunciando alle finalità armonizzatrici, che avevano formato il caposaldo del vecchio programma sociale dei cattolici, non resta oggi che il tentativo fascista, il quale mirerebbe appunto ad organizzare imprenditori, impiegati e lavoratori secondo le varie classi e categorie, riunendo poi tutte le associazioni in un'unica confederazione, alla quale ciascuna di essa dovrebbe essere subordinata. In tal modo ogni conflitto tra corporazioni padronali e corporazioni di impiegati e di salariati dovrebbe .essere deciso con un atto di autorità dai dirigenti la Confederazione, che son tutt'uno col partito, che è ogg~ alla sua volta lo Stato. Noi non sappiamo se un tale sistema potrà funzionare ; e gli esempi · recenti del Bolognese e del Padovano, oltre alla resistenza delle Conf ederazioni padronali dell'Industria, degli agrari, degli armatori ci lasciano in proposito gravissimi dubbi. Ma qualora esso dovesse trionfare delle opposizioni incontrate, non esitiamo ad affermare che per l'economia nazionale una tale forma di collaborazione costituirebbe un pericolo senza confronto 1naggiore della lo~ta di classe liberamente ed apertamente combattuta. Se infatti, com'è inevitabile, i conflitti fra capitalisti e salariati seguiteranno a scoppiare, lo Stato chiamato a far da arbitro, non potrà che obbedire alle necessità della sua politica, necessariamente diversa da regione, a regione, e non farà nè più nè meglio dei governi giolittiani che mettevano il prefetto di Bologna agli .ordini della Camera del Lavoro, e reprimevano a fucilate qualunque tentativo di resistenza dei cafoni del mezzogiorno. Se invece si vorrà evitare il conflitto, l'armonia non si otterrà che a spese dei contribuenti e dei consumatori, con. tutti quei mezzi ben noti che lo Stato ha in sua mano per aiutare questo o quel ramo dell' industria e conciliare i lauti profitti cogli alti salari, quando si tratti di capitalisti politicamente temibili o di operai turbolenti. In un caso o nell'altro la collaborazione di classe coll'arbitrato obbligatorio del Partito che ha in mano lo Stato spingerà fino al limite estremo tutte quelle forme di paternalismo economico che si volevano sop- • pr1mere. Ma in questi tentativi di disciplina arbitraria dei rapporti sociali si nasconde un pericolo assai più grave per l'avvenire economico : il pericolo che finora gli economisti liberali hanno affacciato contro l'utopia socialista, di immobilizzare la situazione presente, sopprimendo ogni incentivo a nuove iniziative e ad ogni progresso. I due stimoli più efficaci Biblioteca Gino Bianco
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