Lotta o collaborazion·e di classi Sebbene il nome stesso di collaborazione sia divenuto antipatico per l'abuso che se ne è fatto in questi ultimi mesi, per le schermaglie politich~ ed i pettegolezzi meschini, a cui esso ha offerto occasione, crediamo tuttavia che non riesca del tutto ozioso il tentativo di riprendere in esame l'argomento da un punto di vista più alto e più lontano dalla politica contigente, dal punto di vista cioè della produzione o di tutta la vita economica nazionale. Oggi è di moda gridare la croce addosso alla lotta di classe, e la stessa Con-federazione del lavoro, che pur deve ad essa la sua origine e la sua ragion d'essere, ha creduto opportuno di non farvi il minimo accenno nella mozione che ha trionfato nell'ultimo convegno dei suoi dirigenti. Tutti gli argomenti che da sessant'anni gli economisti ,hanno messo innanzi vittoriosamente contro le dottrine marxiste sono ora rispolverati e riesposti al pubblico come novità impressionanti; ma si dimentica che gli economisti maggiori possono aver demolito la teoria marxista del valore e la teoria della miseria crescente; possono aver negato, con l'aiuto delle statistiche, la tendenza verso la concentrazione della ricchezza e delle imprese e verso il collettivismo, che ne sarebbe lo sbocco fatale; ma non si sono mai sognati di negare il fatto della lotta di classe. Si è affermato - è vero - e si afferma, anche da socialisti, che è fantastico e assurdo raffigurarsi il inondo come fosse costituito da due sole classi in lotta fra loro, mentre la realtà quotidiana ci mette di fronte ad una varietà grandissima di classi, categorie, gruppi, avénti ciascuno interessi particolari e spesso contrastanti fra loro. Ma si dimentica che la dottrina di Marx non si riferiva affatto a quelle categorie di artigiani, mezzadri, piccoli fittavoli, piccoli proprietari lavoratori, che egli riteneva destinati a scomparire ; ma voleva essere soltanto la filosofia del grande capitalismo, che nel trentennio fra il 1830 ed il 1860 aveva avuto in Inghilterra uno sviluppo cos) rapido ed impressionante, e che aveva iniziata la conquista di tutto l'occidente europeo. Le sue previsioni dell'assorbimento di tutte le altre categorie economiche sono state smentite dai fatti ma l'ascesa del capitalismo è continuata trionfalmente, e nessuno potrà negare· che esso costituisca la caratteristica dell'economia contemporanea, e che esso, con le sue banche e con le sue imprese colossali, domini tutti i campi della produzione, dei trasporti e degli scambi. Poichè non v' è economista il quale non ricono~ca che capitalismo e Biblioteca Gino Bianco
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