la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

VILFREDO PARETO 341 riconfermato nella op1n1one, altra volta manifestata (1) che ~ssa sia sempre < in ogni tempo e in tutti i paesi > e. particolarmente nel nostro < ricca di espedienti per volgere iri proprio vantaggio le condizioni che paiono maggjormente disperate >. La troviamo, infatti, ora col fascismo più vicina alla vetta e forse appunto per ciò più prossima alla discesa. Antiparlamentare convinto era il Pareto e il mutamento dell'ordinamento .dello Stato era da lui riguardato - e l'abbiam visto - come una condizione indispensabile di ritorno all'equilibrio. Il passato - aveva detto in un altro scritto da noi pubblicato (2) - < ci ammonisce di non fare troppo assegnamento sul debellare gli uomini, se si lasciano sussistere gli ordinamenti da cui trae origine il loro male operare >. E riferendosi allo Stato Italiano aggiungeva, come conclusione dello stesso scritto : < è difficile trovare un peggiore ordinamento ; ed è proprio il caso di colui che diceva: stampi l'altro >. Nè il mutamento doveva voler dire ritorno al passato. È pure sua, sempre allo stesso riguardo, questa osservazione (3) : < Come non si può entrare due volte nelle medesime acque di un fiume, non si può ricostituire appuntino un equilibrio passato ; ma il ricostituire un equilibrio turbato vuol dire lo accostarsi ad un nuovo equilibrio >. Verso quali forme e con quale ordinamento ? Le simpatie del Pareto non erano, no davvero, per uno Stato di molte funzioni e di molte attribuzioni. Verso lo Stato etico egli ha manifestato in ogni tempo, lontano e recente, una aperta avversione. Hanno torto coloro che pretendono di vedere nella simpatia con cui ha seguito le prime fasi dell'esperimento fascista una adesione alla idea dello Stato forte, accentrato, intervenzionista, e alla dottrina nazionalista. In linea assoluta il governo autoritario e -dispotico non gli sembrava presentasse nessun carattere di superiorità sul governo parlamentare. La dittatura può trovare la sua giustificazione nello stato di necessità e per la sua temporaneità, non perchè sia l' ideale del governo o pure solo un governo possibile. · L'ordinamento migliore per il Pareto è sempre quello intorno a ·cui si . raccoglie il 1naggior numero di consensi, che meglio rispecchia l' interesse della collettività, che meno offre possibilità alle speculazioni. e agli speculatori, dove le attività sono libere, dove lo Stato non pretende di regolare e di modificare il movimento della società. L' ideale dello Stato del Pareto - possiamo pure dirlo - era molto vicino a quello stesso che noi perseguiamo. È un fatto che egli seguì con simpatia i primi passi di questa rivista a cui destinò - senza chiedercene com-· pensi - alcuni qei suoi scritti migliori, e vide nelle linee del nostro ' programma le linee entro le quali poteva comporsi. l'ordine nuovo e (1) In < Trasformazione della democrazia>, pagg. 84-86.; (2) Critica Politica, Anno Il, pag. 8 e pag. 11. (3) Critica Politica, Anno 1,-pag. 50. · iblioteca Gino Bia·nco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==