la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

,, NOTE E COMMENTI 335 vecchio, aggiungendosi da parte sua nuove leggi, nuovi regolamenti, nuove disposizioni. La soppressione di certi Ministeri ha voluto dire unicamente la soppressione dell' ufficio politico del Ministro e del Sottosegretario. Si sono abolite in fascio Commissioni utili e inutili, ma per sostituirle con nuovi organi di Competenza non bene definite. Non parliamo poi della confusione di rapporti - col doppio danno delle inframn1ettenze e del pretorianis1no amministrativo - che hanno portato e portano nella pubblica amministrazione la creazione di nuovi poteri, coi direttori, coi fiduciarii, colle Milizie locali, coi gruppi di competenza e col grande Consiglio Nazionale. Il Governo non sa intanto cosa del vecchio regime meriti di sussistere e di rafforzarsi o di morire. Nella relazione Acerbo il governo confessa candidamente che non accetta la Regione come ente autarchico ma non sa nemmeno se la Provincia debba rimanere 1 Ci pare che dopo una si111ileconfessione non ci sia proprio niente altro da dire. Verso l' istituzione del Podestà? Non se ne parlava più. Si aveva . ragione di credere che fosse una idea definitivamente tramontata, tanto pareva assurda. I giornali, invece, tornano a parlarne. L'Epoca del 13 c. m. - a proposito di una riforma della legge comunale e provinciale che sarebbe in elaborazione - assicura che per quanto riguarda il Cornune prevale l' idea di addivenire all' istituzione del Podestà. E aggiunge : < Non è ancora fissato il numero limite- di abitanti oltre il quale verrà mantenuto il sindaco eletto. Si parla del podestà in linea di massima per Comuni inferiori ai 20 mila abitanti. Non è definito se la nomina iblioteca •Gino B~a- co verrà fatta in modo diretto e di autorità oppure se avrà luogo in seguito a scelta fatta sulle base di una terna su cui ·le aspirazioni locali si sono manifestate. < La relazione metterà in luce la necessità di sottrarre i Comuni minori dalle fluttuazioni rapide e partigiane le quali danno luogo alle elezioni comunali imperniate sulle lotte di nomi e di interessi familiari anzi che su principi e direttive di natura politica e veramente di carattere amministrativo. < Non è escluso che si pensi ali' istituzione di un corpo consultivo in cui gli elementi competenti e autorevoli della città possono svolgere una notevole attività a soddisfazione legittima della partecipazione della cittadinanza alla propria cosa pubblica>. Dobbiamo far seguire qualche commento a quello che scrive l'Epoca ? Per i nostri lettori, ora, non ci sembra proprio necessario I NOI RECENSIONI C. DEGLI OCCHI: Che cosa ho pensato del Fascismo mentre ero popolare. Bologna, L. Cappelli Lib. E. - L. 5. Questo volume dovrebbe rappresentare il pensiero dei popolari nella pregevole raccolta di studi sul Fascismo pubblicata sotto la direzione del prof. R. Mondolfo. L'autore l'ha scritto prima di essere espulso dal Partito Popolare per il suo atteggiamento avverso alla corrente politica oggi dominante e crede ancora oggi che il suo giudizio sul Fascismo ripete < l'eco di tante voci di popolari che non difendono e non ambiscono onori, ma credono e sperano ancora nella libertà e nella democrazia >. Il Fascismo è esaminato dal Degli Occhi come azione, come metodo e come risultato. L'aver resistito alla seduzione < di conferire, quale premessa, dignità di dottrina e peculiari caratteristiche filosofiche> ad un fenomeno che ha avuto una sola filosofia: quella dell'espediente, antica quanto il mondo, gli ba consentito di offrire sul Fascismo una sintesi - che se non è originale e non lo potrebbe dopo tutto quel che sul Fascismo è scritto e stampato - è chiara ed efficace-. ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==