\ NOTF: t COMMENTI 333 non sarebbe stata tollerata. Se l'avesse voluto e potuto, qualcuno di essi, combattenti, avrebbe risposto all'on. - Mussolini che la libertà che si chiede è precisamente quella di servire l'Italia secondo la propria coscienza e secondo la propria ragione, senza monopoli e schiavitù, è la libertà di poter contribuire alla sua resurrezione e al suo riordinamento senza dover coattivamente dare il proprio concorso ad un'opera che si può aver ragione di ritenere negativa e pericolosa. La libertà che si pretende è quella di amare l'Italia a proprio modo e non in quello ritenuto migl~ore dall'on. Mussolini, il quale non è affatto inf allibii e e che, come riconosce di essersi sbagliato nel passato quando era < senza Patria >, potrebbe avere preso e prendere ora formidabili errori sul modo di giovarle meglio. Mussolini sapeva benissimo raccogliendo quel grido di combattenti che nessuno di coloro che l'hanno pronunciato s' è mai proposto nulla con• tro gl'interessi e l'avvenire del proprio paese e deve averne inteso il significato. Si, vi sono dei combattenti in Italia - forse molti, certo tra i primi - i quali, avendo l'orgoglio di aver servito liberamente il proprio paese, vogliono avere il privilegio e l'orgoglio di servirlo ancora liberamente. Vi sono dei combattenti i quali non credono che dall'avvilimento del popolo italiano possa mai venir grandezza e bene all' Italia. V i sono dei combattenti per i quali la rettorica, i ciondoli, le feste, i banchetti e le parate - l'esteriorità tutta di questo periodo che vorrebbe essere di ricostruzione è diventata insopportabile. Questi combattenti - maggioranza o minoranza, chi sa se manca la possibilità e la libertà di una indagine ? - possono bene permettersi di ricoriblioteca· Gino Bi neo dare a Mussolini gl' ideali per cui la guerra fu fatta e ardentemente combattuta-. No, non per questo 1 La libertà di stampa. Era l' unica che ancora restasse. Una libertà molto limitata, sorvegliata, esposta alle intimidazioni ed alleviolenze. Tuttavia restava. Mussolini ora la sopprime. I provvedimenti deliberati dal Consiglio dei ministri per limitare i diritti della stampa si propongono praticamente questo scopo. Non possono avere altro risultato. II governo si attribuisce con essi la facoltà di sospendere e di sopprimere tutti i giornali che non gli sono amici. L' esistenza stessa della stampa viene cioè sottoposta all'arbitrio del potere esecutivo. Chi vorrà stampare un giornale dovrà adattarsi ad avere l'opinione del governo. L'opinione pubblica rappresentata dalla stampa diverrà di una unif ormltà e di una monotonia desolante. E cioè non esisterà più. I giornali si distingueranno unicamente pel titolo e per il grado di entusiasmo con cui sosterranno ed esalteranno il governo. La prospettiva non è bella. La libertà di stampa è il presupposto di ogni libertà politica, la quale è assai più fortemente colpita dai provvedimenti sulla stampa escogitati dagli uomini che oggi governano nel nostro paese, da quel che non lo sia stata dalla limitazione della libertà di riunione e di organizzazione e dalla riforma con cui la rappresentanza parlamentare viene stabilmente assegnata ad una minoranza di cittadini. Ma è anche l'unico istrumento che un governo - specie se dittatoriale - abbia per controllare se stesso, per evitare errori materiali o per correggerli, e di utilizzare a proI
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