• • NOTE E COMMENTI Il Parlamento a terra! Le istituzioni parlamentari sono morte in Italia, veramente. Erano morte da tempo nel sentimento del popolo italiano che non riusciva a riconoscervisi. Ora lo sono pure nella coscienza di coloro che in esse dovevano sentirsi investiti della funzione di rappresentanti della nazione. La Camera italiana non ha saputo di fronte alla deliberazione di suicidio che era chiamata a compiere votando il progetto elettorale del Governo, e sapendo di dover comunque morire, trovare in se stessa un sufficiente grado di fierezza e d'indipendenza per riscattarsi dall'abiezione nella quale era caduta dopo la marcia di Ror;na, C'era chi nell'atteggiamento assunto dai popolari e da alcuni liberali di fronte ad una riforma che distrugge anche la finzione di un Parlamento rappresentanza della Nazione e fondamento di sovranità nello Stato ' vedeva la possibilità, anzi la certezza di tale riscossa. Noi non vi abbiamo mai creduto. Quel che seri vemmo nell'ultimo fascicolo a tale riguardo può farcene fede. Ali' ultimo momento sarebbero bastate quattro camicie nere alla porta di Montecitorio e qualche parola di significato oscuro dell'on. Giunta dentro l'aula. E infatti è stato cosl. Appena si trattò di votare gli oppositori che sembravano più decisi ebbero paura della propria . coscienza. Riconosciamo che di fronte a questa parte dei suoi oppositori e di fronte a tutti quei deputati che per maggiore viltà si sono posti ai suoi Biblioteca Gino Bianco piedi fin dalla prima ora per compiere la parte di servitori zelanti e fedeli - più z'elanti che fedeli - l'on. Mussolini ha ogni ragione di essere sprezzante e di tenere il linguaggio che tiene. Gli on. De Gasperi-, Amendola, Bonomi, Falcioni hanno - per conto . dei rispettivi gruppi - visto attraverso il discorso pronunciato dal Presidente del Consiglio non si sa quale spiraglio di luce, quale promessa per l'avvenire. Effetto della paura 1 Può darsi che nel parlare alla Camera - convinto oramai del suo spirito di dedizione assoluta - Mussolini fosse meno accigliato del solito e che per alcuni suoi apprezzamenti qualcuno degli oppositori più in vista si sia sentito oltre che lusingato assai sollevato ; ma nel suo discorso egli non fece nessuna concessione nè allo spirito democratico nè a quello liberale. Al contrario confermò brutalmente e illustrò in modo chiarissimo il suo programma di reazione. E se un merito è doveroso rendergli è appunto quello di aver rifiutato di consentire ai popolari una politica di dettaglio, accettando sulla riforma elettorale il piccolo mercato dei due quinti o dei tre quarti. < O si è o non si è >. Giustissimo i Trenta o quaranta deputati di più o di meno alla lista del governo non mutano la immoralità del nuovo sistema elettorale. Se i liberali e i democratici avevano bisogno di essere illuminati meglio sulle intenzioni di Mussolini, sono stati ora, con questo discorso, soddisfatti in pieno. Non sappiamo proprio cosa attendesse di più e di me-
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